Cuore, nuovo centro per cure a 360 gradi a Roma

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Cambiare paradigma di presa in carico e di cura dei pazienti con patologie cardiovascolari è possibile. È quanto promette di realizzare il nuovo centro “Cuore”, acronimo di Cardiovascular Unique Offer ReEngineered, che prenderà vita entro tre anni all’università Cattolica-Fondazione Policlinico Gemelli di Roma.

Il cuore del progetto, per utilizzare un gioco di parole, non saranno le prestazioni diagnostico-terapeutiche ma il paziente. Differentemente da quanto accade oggi, la persona affetta da patologie cardiovascolari non sarà più costretta a “inseguire le competenze e le consulenze dei vari specialistico, con una frammentazione del percorso di cura che espone a inappropriatezza, allungamento dei tempi di diagnosi e cura e mancanza di attenzione” ai suoi bisogni, dice il Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente onorario della Fondazione Roma, partner di questo progetto insieme all’Istituto Toniolo.

Insomma, una vera e propria rivoluzione in termini di approccio che dovrebbe portare a una personalizzazione del percorso di presa in carico di chi soffre di problemi cardiovascolari. Infatti, “nel modello assistenziale attuale il paziente viene curato per ‘prestazioni’ che, come tali, vengono erogate e valorizzate economicamente per curare la malattia cardiaca”, racconta Massimo Massetti, direttore del dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Gemelli e ordinario di Chirurgia cardiaca all’Università Cattolica. Ricordando altresì che si tratta di un sistema che, pur portando con sé diversi vantaggi dal punto di vista delle competenze specialistiche, “può portare, purtroppo, ad una frammentazione delle cure con il rischio di una perdita dell’efficienza e dell’efficacia curativa; in pratica si cura la malattia ma non il malato”.

Il nuovo centro Cuore invece è progettato per essere value-based, cioè puntare alla qualità delle cure e dell’assistenza lungo tutto il percorso diagnostico-terapeutico del paziente.
Con il vantaggio di avere “le tecnologie digitali al servizio della diagnostica e della comunicazione, con le quali si allestirà un servizio di telemedicina in grado di assistere i pazienti a distanza, realizzando quello che oggi sembra impossibile: un ospedale che cura senza spazio, né tempo”, aggiunge Masetti.

Che dire poi della struttura e della capacità ricettiva di Cuore? Sarà dotato di 104 posti letto in degenza ordinaria più 24 in terapia intensiva. Gli interventi potranno essere effettuati in 10 sale operatore di cui due dotate di angiografo multiassiale robotizzato. Mentre per quanto riguarda la diagnostica gli specialisti avranno a disposizione risonanza magnetica e Tac per l’imaging cardiovascolare.

Chiarisce il cardiochirurgo: “Una volta a regime, le nostre previsioni di minima sono di effettuare ogni anno duemila angioplastiche, 400 procedure transcatetere su valvole e vizi congeniti, 150 angioplastiche carotidee o periferiche, 4mila coronarografie/cateterismi cardiaci, 800 impianti di device, 200 sostituzioni di pacemaker e loop recorder, 800 studi elettrofisiologici (con eventuali ablazioni), mille interventi cardiochirurgici, 350 interventi di chirurgia vascolare open e 200 endovascolari”.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Italia, e sono alla base di oltre quattro decessi su dieci, e chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico, ricorda l’Istituto superiore di sanità. Con conseguenti pesanti conseguenze sia sulla qualità di vita del malato che in termini di costi sanitari associati.

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