Lavoro, la leadership è scritta nel Dna

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Leader si nasce o si diventa? Viene da chiederselo, leggendo una ricerca condotta dagli esperti della Business School della National University di Singapore insieme a studiosi dell’Università Nazionale di Hong-Kong, pubblicata su Pnas, la rivista dell’Accademia Americana delle Scienze.

Lo studio infatti è andato a cercare le stigmate genetiche delle leadership, individuando in una banca dati inglese le caratteristiche del Dna che sarebbero in qualche modo correlate alle capacità di leadership. Attenzione: non pensate che la capacità di esprimere autorevolezza e saper guidare gli altri sia solo il frutto di una fortunata combinazione di geni. Sicuramente l’ambiente e le abitudini hanno un peso determinante. Ma questa informazione risulta utile per comprendere come a volte, fatte salve le variabili sociali e i livelli di istruzione, si possa osservare una sorta di “predestinazione” a ruoli apicali che si trasmette da un genitore al figlio/a.

La ricerca, in qualche modo, conferma come anche la biologia, e non solo le condizioni esterne, contribuisca a definire chi siamo e possiamo diventare. Sono stati studiati gli interi patrimoni genetici di poco meno di 300.000 persone grazie all’analisi dei dati raccolti nella Biobank del Regno Unito, tra i maggiori database pubblico di genetica e conseguente stato di benessere, insieme a quelli conservati in banche dati degli Usa.

Ovviamente poi queste informazioni sono state incrociate con quelle derivanti dall’analisi delle attività professionali e della posizione apicale o meno. L’indagine ha permesso di identificare nove specifici “marker” genetici che in qualche modo entrerebbero in gioco nel definire chi, almeno sul fronte della predisposizione, è destinato ad assumere posizioni di vertice in ambito lavorativo.

Sia chiaro: come gli stessi esperti si affrettano a spiegare nel lavoro, questo non significa che disporre naturalmente di un particolare corredo genetico possa traslarsi immediatamente nel raggiungimento di ruoli da leader. La capacità di leadership, come ricordano gli esperti, non appare come un percorso semplice, ma piuttosto come il frutto di una complessa interazione tra geni e ambiente.

Questo significa che non basta avere la fortuna di un Dn che in qualche modo può guidare verso l’autorevolezza e la capacità di gestione di gruppi di persone, ma che anche l’ambiente può pesare molto.  Proprio su questo fronte, peraltro, dall’indagine arrivano raccomandazioni molto specifiche per chi ha una leadership innata, anche sul fronte del benessere.

Se è vero che il patrimonio genetico può avere un influsso sull’autorevolezza, come ricordano gli autori dello studio, è altrettanto innegabile che proprio in chi si trova in posizioni di comando l’attenzione alla salute è fondamentale. Stando allo studio, che conferma quanto emerge dalla vita professionale, in genere chi riveste ruoli apicali tende ad avere una maggior pressione e quindi risultare più esposto allo stress.

Ma c’è un dato che deve mettere in guardia sul fronte del benessere psicologico. La principale variante genetica associata alla leadership risulta anche associata a un aumentato rischio di disturbo bipolare. Un possibile effetto collaterale del comando che va sempre considerato.

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