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Covid, lo strano caso dei malati con tampone negativo

tamponi Covid
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Hanno i sintomi di Covid-19, ma sono negativi al tampone. E questo persino se, specie nelle precedenti ondate, le loro condizioni erano tali da richiedere un ricovero in terapia intensiva. “Il caso emblematico risale agli inizi del 2020, quando ancora non c’era il vaccino e non si conosceva granché di questa malattia: c’erano stati i casi a Wuhan e i primi due pazienti ricoverati allo Spallanzani”, racconta a Fortune Italia Felice Eugenio Agrò, ordinario di Anestesia e rianimazione presso la Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico e direttore Uoc di Anestesia, rianimazione e medicina del dolore.

“Vengo contattato dalla Protezione Civile tramite Ares 118 della Regione Lazio, in quanto direttore del Campus Covid Center, per il trasferimento di un paziente da Bergamo che aveva tre tamponi negativi a Covid, ma stava morendo per insufficienza respiratoria”, ricorda Agrò. La Tac e le indicazioni dei curanti descrivevano una situazione “gravissima”, oltretutto con la difficoltà di gestire un paziente che sembrava inadatto a strutture non Covid.

“Abbiamo deciso di accogliere questo caso perché la Tac e la situazione radiologica indicavano una malattia virale importante, ed ero fiducioso che avrei riscontrato nel sangue o nei bronchi” tracce del virus, aggiunge l’esperto.

Felice Agrò

La notte del ricovero “abbiamo effettuato un bronco-aspirato bal dai polmoni, e attraverso questo tampone da lavaggio bronchiale, il paziente è risultato positivo. Questo è stato il primo caso in assoluto di paziente con malattia in corso ma negativo al tampone. Poi ho avuto altri casi simili, di pazienti con segni e sintomi radiologici di malattia virale, ma con tampone negativo”.

Questo fenomeno si sta ripresentando anche adesso? Si sentono spesso raccontare casi di persone con sintomi lievi che risultano negativi a uno o due tamponi rapidi e poi si positivizzano a distanza di qualche tempo. “Se una persona che ha ormai una carica di anticorpi da vaccini importante viene in contatto con il virus, di solito non ha particolari problemi. Se incappa in una variante di Sars-Cov-2 diversa rispetto a quella del vaccino – spiega Agrò – può incorrere in una forma simil influenzale, con sintomi che possono andare dalla febbre, al mal di gola, alla tosse, ai dolori muscolari. In altre occasioni invece il virus va a colpire l’apparato gastrointestinale, manifestandosi con gastroenteriti, oppure può colpire gusto e olfatto. Se la persona non fa il test perché pensa di avere” un malanno diverso da Covid, “nei giorni successivi il tampone può risultare negativo, perché il virus non è più a livello rino-faringeo. Ecco così che la negatività del tampone, se questo esame non è effettuato nell’acme dei sintomi, non è attendibile”.

“Sarebbe stato importante mettere a disposizione i tamponi non a pagamento, a scopo preventivo. Un approccio che avrebbe potuto anche evitare i lockdown: la spesa per gli esami avrebbe evitato quella dello stop generalizzato delle attività”, aggiunge Agrò.

L’indicazione del docente, a questo punto, è quella di “effettuare il tampone nell’acme dei sintomi. Tenendo presente il fatto che queste nuove varianti Omicron e Omicron 2, se colpiscono una popolazione vaccinata, non danno problemi gravi tali da mettere a rischio la vita. Spesso – conclude Agrò – le problematiche che si manifestano in seguito al contagio, sono risolvibili con terapie mediche senza ricovero”.

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