Pelle e acne, che cos’è l’inositolo di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni
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L’inositolo è diventato celebre grazie al recente post sul Instragram di Chiara Ferragni, e c’è da scommettere che proprio sulla scia del messaggio dell’influencer alle prese con problemi di acne e imperfezioni della pelle, nei prossimi giorni aumenteranno le richieste di questa sostanza in farmacia. Ma che cos’è questa molecola naturale presente in numerosi integratori, e perché la Ferragni l’ha utilizzata?

“Per la maggior parte della mia vita da adolescente/adulta, la mia più grande insicurezza fisica è stata la mia pelle: ho sempre avuto sfoghi/acne e mostrare la mia pelle quando era infiammata è stato molto sfidante per me”, scrive l’imprenditrice su Instagram postando alcune foto con il viso segnato da eruzioni cutanee.

“Negli ultimi 6 anni la mia pelle è cambiata ed è migliorata moltissimo: quello che mi ha davvero aiutata è stato riequilibrare i miei ormoni con l’inositolo (del tutto naturale), vivere una vita più felice e non pensarci troppo. Ogni tanto hi ancora eruzioni cutanee, ed è ok, e ho fatto pace con la situazione”, confida invitando a “normalizzare i giorni di ‘pelle cattiva’” e a sfuggire dalla pressione di essere sempre perfetti.

Ma allora che cos’è l’inositolo? A spiegarlo è il ginecologo Vittorio Unfer, primo al mondo secondo Expertscape (l’organizzazione internazionale americana votata al ranking di specialisti), sull’utilizzo dell’inositolo. Lo specialista è autore infatti di numerosissime pubblicazioni: oltre 100 su riviste internazionali, più di 90 pubblicazioni su riviste nazionali, oltre 10 monografie ed edizioni curate, più di 100 abstract su periodici nazionali ed internazionali.

“L‘inositolo è un composto di origine biologica simile al glucosio, coinvolto in numerosi processi biologici. Può essere sia assunto con la dieta, che sintetizzato dall’organismo – spiega Unfer – Si trova, in particolare nei cereali, nelle noci, nella frutta, specialmente meloni e arance ma è insolubile. Per questo motivo l’inositolo contenuto negli alimenti è spesso scarsamente assorbibile”, sottolinea Unfer, che aggiunge: “L’inositolo non è in realtà una vitamina anche se spesso riconosciuta come vitamina B7, perché, a differenza di queste, l’organismo è in grado di sintetizzarlo in quantità sufficiente, per cui ricade nella classe delle pseudovitamine”.

Attenzione, però al ‘fai da te’. “La terapia con inositolo – dice Unfer a Fortune Italia – deve essere sempre personalizzata e sotto controllo medico”. Il primo position paper sugli inositoli è stato di recente pubblicato su International Journal of Molecular Sciences. Nel documento è stato dato ampio risalto alle evidenze cliniche sull’uso degli inositoli nell’ambito della riproduzione femminile e maschile, nella prevenzione del diabete gestazionale e dei difetti del tubo neurale.

Lo stesso Unfer è stato il primo promotore dell’uso di myo-inositolo nella cura dell’ovaio policistico. La sua ricerca documenta gli effetti benefici della molecola di myo-inositolo sulla funzione ovarica e sui parametri metabolici e, ad oggi, il trattamento con il myo-inositolo per le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico è adottato in più di 40 Paesi.

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