Malattie senza diagnosi, storie di fantasmi e di ricerca

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Soffrire senza neanche conoscere il nome della propria malattia. Succede ancora a tanti, troppi italiani, spesso bambini, afflitti da una malattia rara. Sono come fantasmi, invisibili ma bisognosi di cure. E sono tanti. I pazienti senza diagnosi secondo le ultime stime sono infatti oltre 100.000 in Italia. A loro è dedicata la Giornata mondiale che si celebra oggi.

Una giornata che però, grazie ai nuovi strumenti di analisi genetica e genomica, è anche un giorno di bilanci. L‘Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è riuscito in 10 anni a dare il nome alla malattia di 1.000 bambini, identificando circa 80 nuovi geni-malattia. Se ne è parlato nel corso di un convegno online promosso dall’ospedale insieme all’Osservatorio Malattie Rare e alla Fondazione Hopen.

“La rivoluzione tecnologica degli ultimi anni – ha detto il direttore scientifico del Bambino Gesù, il genetista Bruno Dallapiccola – ci consentirà di ridurre drasticamente i tempi di attesa dei pazienti ancora privi di diagnosi. Sarà possibile puntare sulla medicina di precisione per trovare soluzioni terapeutiche fino a pochi anni fa impensabili”.

Ma come possiamo stimare il numero di malati rari senza diagnosi? Secondo i National Institutes of Health (Nih), la percentuale di pazienti senza diagnosi sulla popolazione generale dei malati rari è pari al 6%. In Italia, su circa 2 milioni di persone affette da malattie rare, i pazienti rari senza diagnosi sarebbero dunque oltre 100.000. La percentuale di pazienti “orfani” di diagnosi – e dunque di cure – sale al 40-50% se si considerano solamente i malati rari pediatrici con disabilità mentale e quadri sindromici.

Questi pazienti sono un rebus, e si ritrovano ad affrontare una odissea diagnostica fatta di ripetuti esami, ricoveri e visite specialistiche in diversi centri, che comportano un ritardo medio nella diagnosi di circa 5 anni e una diagnosi sbagliata in un caso su tre. La difficoltà o l’assenza della diagnosi è dovuta principalmente proprio alla “rarità” della malattia (l’85% delle malattie rare ha una frequenza inferiore a 1 caso per milione), alla manifestazione clinica aspecifica della patologia o atipica rispetto a patologie già note, all’associazione tra due o più malattie rare, all’occasione di nuove malattie mai finora diagnosticate.

Ma negli ultimi tempi molte cose sono cambiate, e in meglio, grazie alla ricerca. I nuovi strumenti di analisi genetica e genomica (Ngs, Next Generation Sequencing), grazie alla rivoluzione tecnologica degli ultimi 20 anni consentono oggi di ottenere un’enorme quantità di informazioni sul patrimonio genetico individuale e familiare, con tempi e costi estremamente ridotti rispetto al recente passato.

Negli ultimi 10 anni l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha attivato diversi percorsi clinici e progetti di ricerca dedicati alle malattie rare senza diagnosi. Si è partiti nel 2013 con le analisi genomiche realizzate in collaborazione con il Beijing Genomics Institute di Shenzhen, in Cina.

Nel 2015 è stato lanciato il programma di ricerca “Vite Coraggiose”, finanziato dalla Fondazione Bambino Gesù Onlus e dal ministero della Salute, destinato ai pazienti affetti da malattie “senza nome”. L’Ospedale si è dotato delle più moderne apparecchiature di sequenziamento genomico.

Nel 2016, all’interno dell’Unità operativa di Malattie Rare e Genetica Medica, il Bambino Gesù ha attivato l’Ambulatorio dedicato ai pazienti rari senza diagnosi, primo in Italia nel suo genere. L’ambulatorio opera sia a distanza, attraverso l’esame della documentazione trasmessa da altri centri o dalle famiglie dei pazienti con sospetta malattia rara, che in presenza, attraverso prestazioni cliniche ambulatoriali, day hospital e ricoveri ordinari.

Contro queste patologie sfuggenti l’unione fa la forza. Nel 2018, l’Area di ricerca di Genetica e Malattie Rare si è fatta promotrice di una Rete italiana dedicata alla discussione dei casi clinici non risolti che oggi è composta 27 centri. Nello stesso anno l’Ospedale è entrato a far parte delle Reti di Riferimento Europee per le malattie rare (Ern), divise per gruppi di patologie, ed oggi è il Centro pediatrico europeo più presente (20 Reti su 24).

Nel 2020, con il Laboratorio di Genetica Medica il Bambino Gesù è riuscito a potenziare la propria capacità diagnostica trasferendo nella pratica clinica dei pazienti rari il sequenziamento genetico dell’esoma, vale a dire la parte del genoma in cui sono localizzati i geni “difettosi” responsabili delle principali malattie.

L’Ambulatorio dedicato alle malattie rare senza diagnosi ha preso in carico dalla sua nascita più di 1.600 pazienti, 400 solo nell’ultimo anno, circa il 10% del totale dei casi di pazienti rari senza diagnosi seguiti dall’Ospedale. Nel 2016 raggiungevano una definizione diagnostica solo il 30% di questi pazienti, oggi la percentuale arriva al 70%. L’Area di ricerca di Genetica e Malattie Rare con i suoi progetti e le Reti di collegamento ha trattato circa 900 pazienti pediatrici rari senza diagnosi (877) riuscendo a formulare una risposta diagnostica nel 60% dei casi (514 pazienti).

Il Laboratorio di Genetica Medica dal 2020 ha eseguito il sequenziamento dell’esoma di 700 pazienti, giungendo a una diagnosi nel 65% dei casi (455). Complessivamente, sono quasi mille (970) i bambini con patologie rare senza diagnosi a cui l’Ospedale è riuscito a dare un nome, primo passo fondamentale verso la terapia, arrivando a identificare grazie alle indagini genomiche circa 80 nuovi geni-malattia.

“Grazie all’evoluzione delle tecnologie per gli esami genetici ed esomici – conclude Bruno Dallapiccola – oggi riusciamo a fornire una diagnosi in due terzi dei casi di pazienti rari non diagnosticati. L’obiettivo è quello di ridurre i tempi di attesa dagli attuali 5 anni di media a circa 1 anno. Sarà possibile puntare sempre di più sulla medicina di precisione per trovare soluzioni terapeutiche fino a pochi anni fa impensabili, migliorando le aspettative di vita anche in termini di qualità”.

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