Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’igiene delle mani. Questa ricorrenza è stata istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per ricordare l’importanza di un gesto semplice ma essenziale. Una corretta igiene delle mani impedisce infatti la trasmissione dei microrganismi responsabili di molte malattie infettive, dalle più frequenti come l’influenza e il raffreddore a quelle più severe. Con la pandemia di Covid-19 l’importanza dell’igiene è diventata cruciale per evitare il contagio attraverso superfici contaminate e l’eventuale diffusione del Coronavirus.
Ormai ovunque, dalle scuole ai locali pubblici, ci sono cartelli che ricordano il giusto procedimento per un lavaggio corretto delle mani. Nel corso degli ultimi due anni siamo diventati tutti esperti, ma è sempre meglio tenere alta l’attenzione e ricordarci come lavare correttamente le mani per garantire un’adeguata pulizia e igiene.
Le mani vanno lavate regolarmente, per circa 60 secondi con acqua calda e sapone, frizionando bene il palmo, il dorso e le dita, una per una. In assenza di acqua e sapone, è possibile utilizzare – per almeno 20 o 30 secondi – una soluzione idroalcolica ma è fondamentale che le mani siano asciutte.
È necessario lavarsi le mani in alcuni momenti specifici. Prima: di toccarsi occhi, naso e bocca; di mangiare; di assumere farmaci o somministrare farmaci ad altri. Prima e dopo: aver maneggiato alimenti, soprattutto se crudi; aver usato i servizi igienici; aver toccato o medicato una ferita; aver toccato una persona malata; aver cambiato il pannolino di un bambino; aver toccato un animale. Dopo: aver frequentato luoghi pubblici (come negozi, ambulatori, stazioni, palestre, autobus, metro, cinema, scuole, ufficio); aver maneggiato la spazzatura; aver utilizzato soldi; aver toccato altre persone.
Nel corso degli ultimi due anni si sono diffuse alcune buone abitudini come quella di tossire e starnutire nella piega del gomito. In questo modo possiamo evitare di contaminare le mani, che possono essere veicolo di microrganismi toccando, ad esempio, il cellulare o la maniglia di una porta.
Anche negli ambienti assistenziali possiamo garantire la nostra sicurezza e quella degli altri attraverso l’igiene delle mani. Le infezioni correlate all’assistenza (Ica) – che insorgono almeno 48 ore dopo il ricovero in ospedale, entro 30 giorni da un intervento chirurgico, o entro i 3 giorni successivi alle dimissioni di un paziente – rappresentano un problema globale che colpisce circa il 7-10% dei pazienti, a seconda del Paese.
L’Istituto superiore di sanità (Iss), stima che, in Italia, il 5-8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera. La pratica dell’igiene delle mani nell’ambito dell’assistenza sanitaria può prevenire le Ica e la diffusione di microrganismi potenzialmente patogeni. La prevenzione delle Ica è di fondamentale importanza anche al fine di ridurre le infezioni resistenti ai farmaci e la diffusione dei microrganismi resistenti che le provocano. Non tutte le Ica sono prevenibili, ma alcune stime ci indicano che circa il 30% delle infezioni associate alle pratiche assistenziali possono essere prevenute. In che modo? Ancora una volta con una accurata igiene delle mani.
In occasione di questa giornata, l’Iss ha preparato una serie di Faq. L’obiettivo è quello di ribadire l’importanza dell’igiene delle mani ma anche di smontare alcune delle fake news sull’argomento, come quella secondo cui l’igienizzazione favorisce, anziché combattere, la resistenza agli antibiotici.
Il ruolo dell’Oms in questo contesto consiste nell’incentivare sempre più persone ad adottare questa pratica. E negli anni aumenta l’attenzione, come dimostra il crescente numero di strutture sanitarie registrate per la campagna “Save lives: clean your hands”. Ma è solo un punto di partenza. Quest’anno l’Oms vuole porre l’accento sull’importanza di sostenere a livello istituzionale una cultura che valorizzi l’igiene delle mani oltre che la prevenzione e il controllo delle infezioni.
