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La raccolta fondi dell’anno scorso è stata sostenuta da alcuni colossali round, con una sorta di ‘duello a distanza’ fra Usa e Cina. E per il 2022 permangono forti incertezze. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno 2022

L’impatto traumatico dell’emergenza Covid nei primi mesi del 2020 ha scavato un solco nell’andamento dell’economia globale. Non per tutti, però, si è trattato di un annus horribilis. Per le biotech è stato un anno da record, con raccolte di capitali al di sopra delle aspettative. Ancora meglio è andata nel 2021, dove l’asticella si è ulteriormente alzata, segnando un +26%. Un balzo inaspettato, a detta degli operatori. Se nel 2020 le biotech avevano raccolto oltre 22 mld di dollari in fondi privati, in ripresa dopo un 2019 lento, nel 2021 la raccolta ha raggiunto ben 28,5 mld di dollari. Un risultato reso ancor più plastico prendendo in considerazione la portata degli investimenti: 216 round hanno eguagliato o superato i 50 mln di dollari nel 2021, rispetto ai 173 dell’anno precedente; 93 round hanno eguagliato o superato quota 100 mln di dollari, rispetto ai 63 del 2020 (fonte report Biopharma and Medtech Review 2021 di Evaluate Vantage).

Mettendo in numeri in fila e partendo dal 2017 – quando soltanto 16 round di raccolta fondi avevano raggiunto i 100 mln di dollari – l’importo medio per finanziamento è più che raddoppiato.

A guidare la classifica dei migliori guadagni del 2021 è la cinese Abogen, che da sola ha raccolto 1 mld di dollari in due round di finanziamenti, pari a circa il 3,5% dell’importo totale raccolto da tutte le società private nel 2021. La proposta dell’azienda si basa su una piattaforma mRna, che attualmente sta testando il vaccino anti-Covid termostabile ARCoV che, si augurano gli sviluppatori, sarebbe in grado di penetrare nelle aree del mondo che non hanno accesso alla refrigerazione. Sotto troviamo ElevateBio, biotech Usa che sta cercando di implementare una piattaforma unica per lo sviluppo di nuove terapie cellulari e geniche. L’azienda ha guadagnato 525 mln di dollari da un round di serie C e spera di collocarsi nel mercato come leader per lo sviluppo di nuovi farmaci.

Numeri importanti, che diventano però meno rosei man mano che si va scavare più a fondo, dove scopriamo una realtà diversa da quella che appare in superficie. Tanto per cominciare, la raccolta fondi dell’anno scorso è stata sostenuta da alcuni giganteschi round. Quattro diverse società hanno chiuso round singoli di almeno 500 mln di dollari rispetto a una sola società nel 2020: alle già citate ElevateBio e Abogen si aggiungono EQRx e Neumora, entrambe statunitensi. Anche il numero di round di raccolta fondi e il numero di dollari totali raccolti sono diminuiti ogni trimestre, dopo un avvio caratterizzato dal segno più.

Secondo gli analisti il rallentamento nel corso dell’anno probabilmente è stato influenzato dal ridimensionamento del mercato pubblico, con l’80% delle nuove Ipo nel 2021 scambiate al di sotto del valore verso la fine dell’anno. Dopo aver raggiunto il picco nel febbraio 2021, l’Etf S&P biotech (il fondo Standard & Poor’s dedicato al settore) è sceso del 46%, da 167 a poco meno di 90 dollari. Da questo è risultato un tira e molla tra investimenti pubblici e privati, che ha fornito una diversa valutazione del valore. Alla luce di tutti questi fattori, per gli analisti il 2022 sarà un anno caratterizzato dall’imprevedibilità. Le principali incognite riguardano la capacità o meno di Covid di catalizzare l’appetito degli investitori nelle biotecnologie, o se la tendenza è quella di un progressivo dissiparsi.

Poi la questione dei mercati, privato e pubblico, dove resta da capire se le reciproche direzioni convergeranno o meno. Infine, bisogna tener conto anche delle conseguenze mondiali del conflitto in Ucraina, dove alcuni sviluppatori di farmaci potrebbero dover affrontare ritardi negli studi clinici condotti nel Paese. Senza dimenticare il boicottaggio della Russia da parte di dozzine di biotech e di investitori delle principali società di venture capital del settore.

La competizione globale, secondo gli analisti di Evaluate Vantage, riguarderà le aree terapeutiche ad alto costo che potrebbero finire nel mirino di chi spera di conquistare quote di mercato tagliando i prezzi. Ne è un esempio l’immunoterapia.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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