In piena nuova ondata estiva, con 71.947 nuovi casi Covid e 57 morti nelle ultime 24 ore, tornano le file fuori dalle farmacie, ma cresce anche il fai da te. Con il risultato che il numero attuale dei positivi in Italia è fortemente sottostimato. Un fenomeno legato alle ultime sottovarianti Omicron 4 e 5, drammaticamente cresciute nelle ultime settimane. In Italia, secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss), la variante Omicron rappresenta la quasi totalità dei sequenziamenti depositati (99,8%), ma l’equilibrio delle sue sottovarianti è molto cambiato rispetto a giugno.
La proporzione di Omicron 5 sul totale dei sequenziamenti genomici è aumentata dal 23,74% al 60,71%. Contestualmente, la proporzione di Ba.2 è diminuita dal 58,14% al 17,86%. Insomma, il lungo predominio di Omicron 2 sembra aver ceduto il passo a Ba.5. Ma cosa sappiamo su quelle che il ‘cacciatore di varianti’ Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, ha ribattezzato “le cinque sorelle Omicron“?
Il debutto della variante Omicron
La prima delle sorelle, la variante B.1.1.529, è stata rilevata per la prima volta in Sudafrica il 24 novembre 2021. Da lì si è rapidamente diffusa surclassando la celebre variante Delta: a poco più di due mesi dall’allarme degli esperti sudafricani Omicron si era diffusa in tutto il mondo, più velocemente di qualsiasi mutazione precedente del virus Sars-Cov-2. Ma mentre ci si interrogava sulle sue caratteristiche e la sua contagiosità, Omicron dava vita a una nuova sottovariante.
Omicron 2
Non è ancora del tutto chiara l’origine della sottovariante Omicron 2 che, secondo alcuni ricercatori, sarebbe emersa in India lo scorso dicembre, per poi diffondersi in Cina, Israele, Danimarca, Australia, Canada e Singapore, Regno Unito e Italia. Una sottovariante di Covid ancora più contagiosa, che ha provocato un picco di casi a inizio 2022.
Omicron 3
Dopodiché abbiamo la ‘cenerentola’ delle sottovarianti Omicron: la Ba.3, “finora piuttosto trascurata”, rileva Ciccozzi, rispetto alle successive sottovarianti. Omicron Ba.3 è stata individuata in Israele. Si tratta di un incrocio delle subvarianti Ba.1 e Ba.2, alle quali p molto simile, ma sembra aver presto ceduto terreno alle sorelle Omicron 4 e 5.
Le ‘gemelle dell’estate
Individuate per la prima volta dagli scienziati ancora una volta in Sudafrica nel mese di aprile e collegate a un aumento dei casi in quel Paese, Ba.4 e Ba.5 sono il presente. Queste due sottovarianti sono legate all’ondata estiva che si sta registrando in diversi Paesi, Italia inclusa. In particolare “Omicron 5 – spiega Ciccozzi – ha delle mutazioni che la rendono ancora più contagiosa delle ‘sorelle’, praticamente come il morbillo. Una persona in una stanza chiusa – calcola – in media ne può infettare 18″.
“I sintomi sono leggermente diversi rispetto a Omicron 1, con la febbre un po’ più alta, un forte mal di testa, talvolta diarrea. Dal punto di vista evolutivo tra le cinque sorelle Omicron questa è quella che più si avvicina allo stato di endemizzazione”, dice l’esperto. Ora cosa accadrà? Se osserviamo quello che già si è verificato “in Portogallo e Germania – chiosa Ciccozzi – dovremmo raggiungere presto la fase di picco e verso la fine di luglio dovremmo aver concluso questa ondata”. Sempre che l’autunno non ci porti una nuova sorella, insieme ai vaccini adattati alla variante Omicron (la prima però).