40 Under 40 | Sciutti (IIT): La grande sfida della robotica

Alessandra Sciutti iCub
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“La grande sfida che la robotica cognitiva si pone adesso è arrivare a comprendere e a prevedere meglio l’essere umano. Ci troviamo di fronte a tecnologie molto avanzate, spesso in grado di eseguire le nostre istruzioni. Un passo importante sarebbe quello di consentire al robot di anticipare le nostre necessità e adattarsi autonomamente alle nostre esigenze”. Parola di Alessandra Sciutti, ricercatrice dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) e fra i 40 Under 40 di Fortune Italia per il 2022.

La ‘signora dei robot’, classe 1982, è responsabile dell’unità Contact – Architetture cognitive per tecnologie collaborative, in cui lavora a stretto contatto con il robot iCub, un umanoide made in Italy con l’aspetto di un bambino. Laureata in Bioignegneria e con un dottorato in Tecnologie umanoidi presso l’Università di Genova, dopo due periodi di ricerca in America e in Giappone, Sciutti nel 2018 ha ricevuto il prestigioso finanziamento europeo ERC-Starting Grant con il progetto wHiSPER, che punta alla comprensione reciproca tra esseri umani e robot.

Con il suo gruppo è stata testimonial per Barbie ingegnera robotica, per promuovere le discipline Stem tra bambine e ragazze. Nel 2021 ha ricevuto il premio Tecnovisionarie nella categoria Robotica e AI. Sciutti si interessa ai meccanismi sensoriali e motori alla base della comprensione reciproca nell’interazione umana, con l’obiettivo di progettare robot in grado di interagire in modo naturale con i loro partner umani.

Ma come è nata questa passione? “Mi sono avvicinata alla robotica inconsapevolmente: ho studiato neuroingegneria perché ero affascinata dal cervello umano. All’Università ho incontrato il professor Giulio Sandini, che ci ha spiegato come la robotica può diventare uno strumento prezioso per modellare la cognizione umana. Così mi sono informata e mi si è aperto un mondo nuovo”.

Un mondo nel quale uno spazio particolare è occupato proprio da iCub, il robottino sviluppato dall’IIT. E la Barbie? “Non ci sono giochi per bambini e per bambine, né professioni per donne e per uomini. E la Barbie è un ottimo strumento per rendere normale il fatto che una bambina possa desiderare di diventare ballerina, dottore, ingegnera robotica, pianista o astronauta. Il passo importante che dobbiamo fare, come società, è comprendere che è davvero normale cercare di perseguire i propri sogni in tutti questi campi. Dirlo con un giocattolo significa iniziare ad agire davvero sulle generazioni che potranno cambiare il mondo”.

Ai giovani Sciutti suggerisce di “mantenere la mente più aperta possibile: le scoperte più grandi derivano dalla contaminazione tra diverse discipline, dalla filosofia alla psicologia: possono aprire nuove prospettive anche per la ricerca robotica e l’intelligenza artificiale”.

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