Per molti, ma non per tutti: le malattie croniche e la risorsa dei biosimilari

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Sono circa 130mila i malati cronici per i quali i biosimilari potrebbero fare la differenza, restituendo la possibilità di una vita normale e di produttività sul lavoro. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2022 .

Barriere di natura economica, organizzativa e formativa: tutte insieme formano una sorta di schermo invisibile, che ostacola l’accesso alle terapie innovative a un preoccupante numero di pazienti con malattie croniche di tipo autoimmune. Circa 130mila malati cronici per i quali i biosimilari potrebbero fare la differenza, restituendo la possibilità di una vita normale e di produttività sul lavoro. E riducendo il ricorso ai servizi sanitari. Ma che non accedono a queste terapie.

A scoperchiare il vaso di Pandora del sottotrattamento è uno studio presentato a Roma. Dal quale emerge un altro dato di rilievo: nel 2021 le 15 molecole biosimilari in commercio hanno assorbito il 43% dei consumi nazionali (35% nel 2020) contro il 57% (65% nel 2020) detenuto dai corrispondenti originatori.

Complessivamente, nell’arco del 2021, i prodotti biosimilari hanno registrato una crescita dei consumi del 26,9% rispetto ai dodici mesi precedenti, e questo mentre si è registrata una contrazione del 13,5% delle vendite di tutti gli altri farmaci biologici.

L’impiego dei biosimilari è dunque aumentato, ma resta ancora uno zoccolo duro di pazienti che non ha accesso a questo tipo di farmaci. È quanto emerso nel corso del convegno ‘Accesso ai farmaci biologici: dal sottotrattamento al gain sharing‘, organizzato dall’Italian Biosimilars Group di Egualia (associazione delle aziende produttrici di generici – equivalenti, biosimilari e Value added medicines), con la partecipazione delle società scientifiche Sir, Ig-Ibd e Sidemast, delle associazioni dei pazienti Apmarr, Anmar, Amici e Adipso e di rappresentanti del mondo istituzionale.

Un percorso avviato quattro anni fa dalle aziende rappresentate dall’Italian Biosimilar Group di Egualia “per quantificare ed evidenziare i fenomeni di sottotrattamento con farmaci biologici esistenti nel nostro Paese in tre grandi aree terapeutiche: reumatologia, gastroenterologia e dermatologia – come ha commentato Stefano Collatina, coordinatore dell’Italian Biosimilars Group di Egualia, che ha commissionato gli studi – Utilizzando e analizzando grandissime quantità di dati, abbiamo rilevato che il sottotrattamento esiste. Ora cosa facciamo? Un farmaco biologico oggi costa un quinto rispetto agli inizi, ma dobbiamo capire come favorire l’accesso”. Dunque l’obiettivo è anche quello di trovare un percorso per ripartire.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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