Ciettaicale, il ‘pomodoro del deserto’ contro la siccità

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Il 2022 si presenta come uno degli anni più caldi di sempre. Temperature superiori di 0,76 gradi, rispetto alla media storica, e precipitazioni ridotte del 45% sull’intero territorio nazionale (fonte Coldiretti). Il mese di giugno ha addirittura fatto registrare un +2,88 gradi, con valori vicini al massimo registrato nel 2003 – sulla base delle rilevazioni condotte dal Cnr a partire dal 1800. Ebbene, una risposta a questo trend e al suo impatto su agricoltura e alimentazione, arriva da un pomodoro Made in Italy.

Rese agricole in calo

Il caldo impatta sulle rese agricole, che registrano cali medi del 30% nel 2022 per mais e grano. Una produzione che potrebbe ancora diminuire, su scala mondiale, del 7% per ogni grado Celsius di riscaldamento globale in più. Questa evidente tendenza alla tropicalizzazione del territorio italiano si manifesta con una siccità diffusa, che si è attestata come la calamità più rilevante per l’agricoltura.

Il pomodoro che cresce ‘a secco’

Diventa quindi interessante indagare le opportunità che spesso la natura stessa offre, per provare a contrastare in maniera fattiva questo trend così negativo. Ciettaicale è il nome del pomodoro che si è rivelato resistente alle fitopatie, alla salinità e cresce in assenza di irrigazione. 

Una cultivar molto rara, per ora rintracciata a Tolve, in Lucania, dove Lucia Aicale (da cui deriva il nome del pomodoro), già dai primi anni ’30 del secolo scorso, aveva cominciato a selezionare i semi con la tecnica classica dei contadini: piantare semi autoriprodotti, di anno in anno, senza irrigare mai le piante, né trattarle con antiparassitari o simili. Questa cultivar autoctona ha sviluppato caratteristiche insolite per il genere ‘solanum’, rivelandosi anche resistente a malattie e parassiti comuni.

Lo studio Alsia

Quest’opera di selezione del seme è stata condotta artigianalmente dalla famiglia Aicale/Infantino fino ai giorni nostri, e finché l’agenzia lucana di sviluppo e innovazione agricola (Alsia) e l’UniBas sono intervenute con un progetto di ricerca a tutela delle peculiarità di questo seme, al tempo iscritto solo nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat). L’approccio scientifico ha confermato la grande capacità di adattamento di questa specie, che ha dato grandi rese anche nella coltura in serra.

Il valore dell’aridocoltura

Il pomodoro Ciettaicale potrebbe, se coltivato su larga scala, contribuire al risparmio idrico, perché facilmente adattabile a condizioni di aridocoltura, ovvero la coltivazione in ambiente arido, in assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime. Senza considerare il vantaggio economico che potrebbe derivare dall’assenza di trattamenti fitosanitari e concimazioni, di cui questa specie può fare a meno.

Svaldbard Gloal Seed Vault

In Norvegia, nelle isole Svalbard, nel 2008 è stato creato un deposito sotterraneo globale dei semi, provenienti da tutto il mondo, che qui vengono anche coltivati da un gruppo internazionale di esperti.

È stato pensato per ‘resistere al tempo e sopravvivere ai disastri naturali causati dall’uomo’. Il fondo conta circa 500.000 mila semi, per una capacità di stoccaggio di 4,5 milioni di sementi. Fra i vari semi conservati, quello di un pomodoro rosa tedesco, una varietà rara portata in America, nel 1883, da un immigrato bavarese, avo di uno dei fondatori del centro, che lavora anche allo studio genetico delle piante e allo sviluppo di nuove varietà resistenti alle alte temperature e alla siccità. Ebbene no, la Ciettaicale non è ancora stata inserita nella lista norvegese dei semi da tutelare.

 

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