Diabete, ‘cancellarlo’ con la dieta (anche se il peso è normale)

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L’obesità è un fattore di rischio ‘certo’ per la comparsa di diabete di tipo 2 e sono molte le evidenze che legano una cospicua perdita di peso ad una ‘remissione’ del diabete di tipo 2, soprattutto nei primi anni dalla sua comparsa.

Per ‘remissione’ del diabete si intende mantenere un’emoglobina glicata media sotto 48 mmol/mol per almeno 6 mesi, in assenza di terapia farmacologica. Va anche detto però che almeno il 15% delle neodiagnosi di diabete vengono fatte su persone assolutamente normopeso, cioè con un indice di massa corporea (Bmi) inferiore a 25 Kg/m2; per loro si presume dunque l’esistenza di fattori causali del diabete, diversi dal peso.

Ma adesso, una ricerca presentata all’ultimo Congresso europeo di diabetologia (Easd) getta nuova luce sull’argomento. Lo studo ReTUNE dimostra infatti che anche le persone con un indice di massa corporea normale o di poco superiore alla soglia di normalità, perdendo peso possono tornare ad una condizione di normoglicemia.

E questo perché evidentemente ognuno di noi ha una ‘soglia personale del grasso’, cioè un livello limite al di sopra del quale si corre il rischio di sviluppare il diabete. Lo studio, finanziato da Diabetes UK, ha preso in esame una ventina di persone di età media 59 anni, con un Bmi medio di 24,8 Kg/m2. Tutti sono stati sottoposti a un regime ipocalorico da 800 calorie al giorno (da zuppe o frullati a basse calorie e vegetali non amidacei) per due settimane, seguito da 4-6 settimane di mantenimento, durante le quali il loro peso rimaneva stabile, che veniva ripetuto per tre cicli consecutivi di ‘dieta-mantenimento’.

Questo trattamento dietetico ha consentito loro di ottenere un calo ponderale del 10-15%, con una perdita di peso media di 7,7 Kg e una riduzione media del Bmi da 24,8 a 22,4. La percentuale di grasso corporeo è scesa in media dal 32,1% al 27,7% e, cosa ancora più importante, la risonanza magnetica ha dimostrato che si è verificata una sostanziale perdita di grasso a livello del fegato e del pancreas.

Ed è probabilmente proprio questo ‘alleggerimento’ di grasso in questi organi, fondamentali per il metabolismo, che permette alle cellule beta pancreatiche di tornare a produrre insulina a livelli normali.

Infatti, quattordici (il 70%) dei partecipanti al termine dello studio hanno presentato una remissione del diabete di tipo 2, in pratica la stessa percentuale osservata negli studi di remissione del diabete condotti su persone obese o sovrappeso.

Gli autori dello studio insomma ritengono che questi risultati dimostrino chiaramente che il diabete di tipo 2 è causato dagli stessi fattori nei normopeso e nei sovrappeso/obesi. E dunque, tutti i soggetti con diabete di tipo 2, anche quelli con un Bmi apparentemente nei limiti o ai limiti alti della normalità, dovrebbero essere messi a dieta.

“Se riescono a perdere il 10% del peso – afferma il primo autore dello studio, il professor Roy Taylor della Newcastle University – anche le persone normopeso hanno ottime chance di mandare in remissione il diabete di tipo 2, senza bisogno di ricorrere a terapie farmacologiche. I risultati del nostro studio supportano il concetto dell’esistenza di una soglia personale di grasso e cioè che le persone con diabete di tipo 2 abbiano addosso un po’ più di grasso di quanto l’organismo riesca a sopportare, anche se sembrano magri.”

Sarebbe scritto nei nostri geni quanto grasso possiamo immagazzinare senza fare danni metabolici. Un fattore che ha dunque davvero poco a che vedere con il Bmi. Chi sviluppa il diabete di tipo 2 semplicemente ha troppo grasso rispetto a quanto l’organismo riesca a gestire. E soprattutto nei posti sbagliati. Il diabete di tipo 2 insomma può comparire anche nei ‘magri’, nel caso in cui questo eccesso di grasso si localizzi all’interno del fegato e del pancreas, impedendo loro di funzionare normalmente e portando al diabete di tipo 2.

“Tanto per dare una misura di questo – conclude Taylor – basta mezzo grammo di troppo all’interno del pancreas per impedire la normale produzione di insulina”.

Il diabete di tipo 2 insomma non sarebbe solo una malattia delle persone in sovrappeso o obese, ma una condizione che può comparire a qualsiasi livello di Bmi, purché si verifichi un accumulo di grasso ‘extra’ all’interno del pancreas. Anche se la bilancia non lo rivela e da fuori non si vede.

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