Morti sul lavoro, gli ultimi casi e i numeri del fenomeno

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Nuove tragedie sul lavoro. In due giorni sono deceduti quattro lavoratori. Una donna di 50 anni è morta incastrata tra un nastro trasportatore e un macchinario per movimentare i bancali dei prodotti, durante il turno di notte. E’ accaduto in una vetreria di Borgonovo, in provincia di Piacenza, poco prima delle tre nella notte fra domenica e lunedì. E altre morti sono state registrate nelle ore successive.

“Una situazione inaccettabile – si legge in una nota congiunta delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, che continua – il lavoro non può più coincidere con le morti, non è concepibile uscire di casa per andare a lavorare e non fare più ritorno dai propri cari. Da molto tempo stiamo denunciando la crescita continua, sia degli infortuni che delle morti sul lavoro. Questo argomento deve essere portato nelle priorità dell’agenda politica”.

In una tragica combo, poche ore dopo i fatti di Borgonovo si è registrata anche la morte di un operaio marocchino, lavoratore interinale di 41 anni, travolto da una catasta di tubi metallici mentre era in un cantiere a La Loggia, nel torinese.

Le morti hanno tragicamente segnato anche la giornata di martedì 9 novembre.  Nell’area portuale di Ortona un operaio filippino di 41 anni è stato colpito a morte dal gancio metallico di una gru, e a Casal di Principe, nel Casertano, un 49enne di Cesa è caduto da un’altezza di cinque metri, a causa del crollo del tetto di un capannone su cui stava lavorando.

Nei primi nove mesi del 2022, il 19% del totale degli infortuni mortali in occasioni di lavoro si sono verificati nei primi giorni della settimana, come rivela l’osservatorio periodico per la sicurezza sul lavoro Vega engeneering di Mestre.

Parlando di donne, sono 41 le vittime  sul lavoro da gennaio a settembre del 2022, su un totale di 790 deceduti. Nello stesso periodo sono 40, invece, le donne che hanno perso la vita nel tragitto casa-lavoro. Le denunce di infortunio delle lavoratrici sono state 222.638, contro le 313.364 dei colleghi.

L’Osservatorio monitora anche la condizione degli stranieri residenti in Italia deceduti in occasione di lavoro, che sono 105, cioè il 18% del totale. Gli stranieri hanno un rischio di morte sul lavoro doppio rispetto agli italiani, e registrano infatti una media di 46,5 morti ogni milione di occupati, contro il 23,1 degli italiani.

Guardando al dato generale, riportato da Inail, le denunce di infortunio sono state 536.002, + 35% rispetto ai 396.372 del settembre dello scorso anno. Rispetto poi ai settori, sono quasi 70 mila gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nella sanità e assistenza sociale, mentre si attestano ad oltre 56 mila quelli nelle attività manifatturiere, e superano i 45 mila nei Trasporti.

La media mensile degli incidenti mortali sul lavoro si attesta su 88 vittime, considerato il periodo gennaio-settembre 2022. Si parla di 20 decessi a settimana, pari a tre infortuni mortali al giorno. I numeri lascerebbero intendere un calo, se ci si limitasse al mero confronto del dato: 910 nel 2021 contro i 790 di infortuni mortali verificatisi nel 2022, con un indice di mortalità che cala del -13%.

La lettura del dato deve considerare che sono oggi sparite, quasi completamente, le vittime di Covid – 14 su 677 secondo gli ultimi dati disponibili di fine agosto 2022 –  che, invece, lo scorso anno costituivano più di un terzo dei decessi sul lavoro – 271 su 772 – Allentata l’emergenza pandemica, torna a pesare quella dell’insicurezza sul lavoro.

Il dramma di questo fenomeno si legge chiaramente nelle 536.002 denunce totali di infortuni, cresciute del 35% rispetto al 2021, con il settore della sanità sempre in testa alla graduatoria con 69.874 denunce, a cui seguono le attività manifatturiere e i trasporti.

Volendo poi confrontare il dato a livello regionale, pur con numero di lavoratori diversi,  l’Osservatorio ha prodotto l’indice di incidenza della mortalità, che confronta il numero di infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, in una sorta di ‘classifica delle regioni con meno infortuni professionali’. Un indice che  fissa la media nazionale a 25,5 decessi ogni milione di occupati.

Superano la media, nei primi nove mesi del 2022, le regioni in ‘zona rossa’: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Calabria e Umbria. In zona arancione troviamo: Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Toscana, Marche e Piemonte. Sotto la media nazionale, in zona gialla, ci sono: Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo e Sardegna. La zona bianca, con l’incidenza delle morti sul lavoro più bassa, troviamo: Liguria e Friuli Venezia Giulia.

E’ nel settore delle costruzioni che si registra il maggior numero di morti sul lavoro, pari a 92 nei primi nove mesi del 2022. Seguono i trasporti e magazzinaggio, 85  e attività manifatturiere, 62.

La fascia d’età più colpita è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (218 su un totale di 574). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità, rispetto agli occupati, viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 73,8 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 13,5%), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 20,8 infortuni mortali ogni milione di occupati.

L’Italia deve puntare a far crescere la cultura della sicurezza, sia nelle grandi che nelle piccole realtà, per puntare al raggiungimento della massima sicurezza in tutti i luoghi di lavoro.

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