Tumore del pancreas, da Napoli speranze per una nuova terapia

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Da un team di ricerca tutto italiano, giovane e al femminile, importanti passi avanti verso una nuova terapia mirata contro una proteina chiave, che scatena le metastasi nei pazienti con tumore del pancreas.

Si tratta di un tumore particolarmente insidioso, contro il quale le armi a disposizione dei clinici ancora oggi non sono moltissime. Secondo i dati dell’Associazione italiana registri tumori e dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), nel 2019 in Italia ne sono stati diagnosticati circa 13.500 nuovi casi. E la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è solo del 10%. 

A mettere a segno la scoperta sono le ricercatrici dell’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli.

Ma partiamo dall’inizio. Ancora oggi la diagnosi del tumore del pancreas è spesso tardiva, perché non dà sintomi. In molti pazienti, oltretutto, il tumore resiste alle chemioterapie, verosimilmente anche a causa di una sottopopolazione cellulare tumorale con caratteristiche di staminalità: queste staminali sono in grado di rigenerare il tumore stesso e di adattarsi a modificazioni dell’ambiente circostante, come la presenza di farmaci o la scarsità di risorse vitali.

Ecco perché l’individuazione di nuovi biomarcatori e di trattamenti più efficaci e specifici sono fondamentali. Al centro dello studio, pubblicato sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, proprio una nuova popolazione di cellule staminali tumorali, coinvolta nella formazione delle metastasi epatiche.

Il team del Cnr-Igb di Napoli, coordinato da Enza Lonardo, ha identificato una sottopopolazione di cellule staminali tumorali altamente metastatica, caratterizzata dall’espressione della proteina LAMC2. “La presenza di questa proteina – spiega Lonardo – favorisce la migrazione delle cellule tumorali in organi secondari e ne incrementa il potenziale di staminalità, rendendole altamente resistenti ai trattamenti chemioterapici e favorendo l’insorgenza di metastasi, in particolare nel fegato”.

Si tratta di una proteina assente nelle cellule del pancreas normale e invece presente e attiva in cellule tumorali che risiedono in un microambiente ricco della molecola TGFbeta1. “La presenza di TGFbeta1 induce l’espressione di LAMC2, promuovendo così l’insorgenza di un cancro più aggressivo, che risponde meno alle terapie farmacologiche convenzionali”, aggiunge la ricercatrice.

Ma i progressi del team non si fermano qui. “Abbiamo osservato che il trattamento dei tumori con il farmaco vactosertib, un nuovo inibitore del recettore del TGFbeta1, potenzia l’effetto del chemioterapico gemcitabina portando a una completa eliminazione delle cellule LAMC2 positive e a una drastica riduzione delle metastasi epatiche”.

La scoperta, dunque, potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di agire in modo specifico sia sulla riduzione diretta dell’espressione di LAMC2.

Una sorta di grimaldello molecolare, che secondo Lonardo potrebbe “ridurre il potenziale tumorigenico delle cellule e, di conseguenza, di contrastare le recidive e la formazione di metastasi”. 

La terapia anti-cancro sta diventando sempre più selettiva e innovativa, e nei laboratori di tutto il mondo – Italia inclusa – si punta ad approcci ‘fuori dagli schemi’. La scoperta delle giovani studiose napoletane è un’ottima notizia che apre la strada a una strategia innovativa per mettere all’angolo un nemico insidioso come il tumore del pancreas. E mostra la ricchezza di talento della ricerca Made in Italy.

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