Covid in Italia, +15% contagi. La richiesta di un piano per l’inverno

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Mentre la stagione fredda inizia a farsi sentire, è salita ancora nell’ultima settimana la curva dei contagi Covid in Italia (+15%). Crescono anche ricoveri ordinari (+9,8%) e terapie intensive (+21,7%), mentre i numero del monitoraggio Gimbe – che si è spostato dal giovedì al lunedì – segnala un dato positivo: i decessi sono infatti in lieve calo (-2,9%). Ma se la campagna vaccinale è praticamente in stallo ( in 7 giorni le somministrazioni calano dell’11,9%) 
con la circolazione virale in salita – e considerata la sottostima legata al fatto che ormai in molti ricorrono ai tamponi  fai da te – gli esperti guidati da Nino Cartabellotta si attendono “dal governo un piano per la stagione invernale”.

Ma vediamo i dettagli del monitoraggio per la settimana 11-17 novembre: salgono in contagi Covid (208.346 contro 181.181) ma scendono i decessi (533 vs 549. In aumento anche i casi attualmente positivi (452.895 vs 418.554), le persone in isolamento domiciliare (445.667 vs 411.995):

Decessi: 533 (-2,9%), di cui 23 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: +44 (+21,7%)
Ricoverati con sintomi: +625 (+9,8%)
Isolamento domiciliare: +33.672 (+8,2%)
Nuovi casi: 208.346 (+15%)
Casi attualmente positivi: +34.341 (+8,2%)

Come riflette Nino Cartabellotta, “si registra un aumento del 15%: da 181 mila nuovi casi Covid della settimana precedente a 208 mila, con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 30 mila casi al giorno”. In 15 Regioni si registra un aumento dei nuovi casi (dall’1,5% del Friuli Venezia-Giulia al 26,3% del Veneto) e in 6 un calo (dal -1% dell’Umbria al -10,4% della Basilicata). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 9 Province: Rovigo (899), Padova (724), Venezia (661), Treviso (613), Vicenza (588), Ferrara (580), Mantova (530), Lodi (529) e Verona (504) (tabella 2).

Come puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, “tornano a salire sia le terapie intensive (+21,7%) che i ricoveri in area medica (+9,8%)». In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, dopo aver raggiunto il minimo di 203 il 10 novembre, sono saliti a 247 il 17 novembre; in area medica, dopo aver raggiunto il minimo di 6.347 l’11 novembre, sono saliti a quota 6.981 il 17 novembre. Al 17 novembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è dell’11% in area medica (dal 6,1% della Sardegna al 30,4% dell’Umbria) e del 2,5% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Molise e Valle D’Aosta al 4,6% dell’Emilia-Romagna)”.

Ma come saranno i prossimi mesi? “Anche se al momento è impossibile fare previsioni sugli scenari futuri – conclude Cartabellotta – i dati confermano una diffusa ripresa della circolazione virale, peraltro sottostimata per il largo utilizzo diffuso di tamponi “fai da te”, di cui s’intravede già un impatto iniziale sui ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Inoltre assistiamo ad un calo delle somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili. Con l’arrivo dei mesi freddi e la permanenza al chiuso, anche senza considerare l’eventuale emergenza di varianti in grado di “scalzare” Omicron 5, la circolazione virale è destinata ad aumentare. E al momento tutte le azioni di “discontinuità” del Governo Meloni sono andate nella direzione opposta a quella suggerita dalle autorità internazionali di salute pubblica: ovvero essere preparati e pronti per affrontare eventuali nuove ondate. Si attende pertanto al più presto dall’Esecutivo il piano di preparedeness per la stagione invernale”.

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