Creativi al servizio della fragilità, i giovani talenti di Make to care

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Creatività e tecnologia per dare risposte concrete ai bisogno di cittadini con disabilità, che si trovano tutti i giorni a fare i conti con una vita ‘a ostacoli’. Sono entusiasti, emozionati, belli e giovanissimi i talenti della ricerca Made in Italy che si sono sfidati quest’anno nel corso della settima edizione di Make to Care, l’iniziativa voluta da Sanofi per promuovere e incoraggiare tutte le forme di innovazione in grado di rispondere alle esigenze quotidiane di chi vive con una disabilità, dei loro familiari e dei caregiver.

Nel corso degli anni, Make to Care – realizzato in collaborazione con Maker Faire Rome – The European Edition – ha raccolto oltre 500 progetti, tra cui 57 finalisti e 12 vincitori valorizzando e sviluppando un ecosistema attorno a cui gravitano centri di ricerca, strutture sanitarie, innovatori, investitori, caregiver e pazienti.

Nella serata finale, ieri a Roma, hanno vinto due progetti ex aequo sui sei presentati. Ma in effetti, come ha sottolineato il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e membro della giuria, tutti erano da podio. I ricercatori infatti si sono messi nei panni di persone con disabilità visiva, motoria o patologie cronico-degenerative, ideando soluzioni a volte semplici, a volte brillanti, spesso tecnologiche, per aiutarle a superare ostacoli nello sport, nella vita quotidiana, nella gestione della malattia o negli spostamenti.

“Nel corso di questi sette anni – ha detto il presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia, Marcello Cattani – Make to Care è cresciuto e si è consolidato. Alle origini dell’iniziativa c’è la volontà di intercettare e valorizzare il ruolo del paziente innovatore e di favorire connessioni, scambi e ulteriori sviluppi grazie all’open innovation. Elementi chiave per favorire lo sviluppo di nuove soluzioni che possano contribuire all’ecosistema della salute, di cui noi come industria siamo parte attiva ben oltre la nostra attività di ricerca e produzione di farmaci”. Sono stati, infatti, proprio i pazienti a ispirare le soluzioni ‘tech’ proposte dai ricercatori.

La giuria

I progetti vincitori sono stati premiati da una giuria composta da esponenti del mondo delle istituzioni, della sanità e del giornalismo presieduta da Gian Paolo Montali, Dg Ryder Cup Golf 2022 e nel comitato organizzatore dell’Open d’Italia di Golf Disabili (dopo un piccolo giallo: un progetto è stato votato due volte perché penalizzato nella prima presentazione), alla presenza di numerose associazioni di pazienti. Hanno preso parte alla valutazione dei progetti in qualità di giurati: Bruno Dallapiccola, (Direttore Scientifico Ospedale Pediatrico Bambino Gesù), Margherita Lopes (giornalista e divulgatrice), Beatrice Lorenzin (Senatrice della Repubblica), Francesco Saverio Mennini (Presidente Sihta), Valeria Fava (Responsabile Politiche della Salute di Cittadinanza Attiva), Andrea Pession (presidente Simmesn), Annalisa Scopinaro (Presidentessa Uniamo).

 

I vincitori

Argo è un dispositivo ideato per aumentare l’autonomia e la sicurezza dei nuotatori con disabilità visiva in vasca. Digicog-Ms è un’app per l’autovalutazione e il monitoraggio delle funzioni cognitive studiata per le persone con sclerosi multipla.

Il progetto di Argo nasce nel 2021, all’interno del laboratorio misto di prodotto e comunicazione presso il Corso di Laurea Magistrale in Design dell’Università Iuav di Venezia e dal lavoro di Sara Labidi, Giuseppe Campanale e Daniela Bigon. E’ composto da un laser e una fotocellula, collocati sui bordi opposti della piscina, che rilevano i movimenti del nuotatore e il suo orientamento in vasca e da un dispositivo indossabile dalla forma ergonomica, agganciato ai normali occhialini da nuoto e fissato sul retro della nuca.

Il dispositivo è in grado di comunicare con il nuotatore attraverso tre piccoli motori che, grazie a vibrazioni con intensità diversa, segnalano la fine della corsia, lo avvisano dell’approssimarsi al bordo o della presenza di ostacoli, ad esempio i galleggianti. Permettendogli di allenarsi in sicurezza.

L’app Digicog-Ms nasce a marzo del 2020 a Genova da un’idea di Jessica Podda, ricercatrice di Fism, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, anche per rispondere alla riduzione dell’assistenza ai malati di sclerosi multipla registrata in pandemia. L’app ha digitalizzato i test cognitivi più utilizzati e che vengono generalmente proposti in formato cartaceo, per aiutare i pazienti nell’autovaluzione.

I due progetti vincitori avranno la possibilità di partire per un’esperienza formativa in Israele, patria delle startup nel Mediterraneo e potranno beneficiare di un programma di incontri organizzati dall’Ambasciata di Israele a Roma (che patrocina il Contest), per acquisire conoscenze e contatti utili per l’ulteriore sviluppo dei progetti. L’idea è quella di trasformare le invenzioni in dispositivi in grado di aiutare, concretamente, le persone a superare quelle barriere che “nel mio mondo ideale non dovrebbero esistere”, come ha detto Scopinaro, presidente Uniamo.

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