In Usa approvato il primo farmaco derivato da microbiota fecale

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Si chiama Rebyota*, e la Food and Drug Administration (Fda) americana ne ha approvato l’uso contro il Clostridioides difficile: un batterio complicato estirpare, spesso resistente agli antibiotici. La prima terapia con microrganismi derivati da intestino di un donatore (microbiota) è così pronta ad essere somministrata nei pazienti affetti da infezione intestinale ricorrente e migliorarne la qualità della vita.

Il tratto intestinale contiene milioni di microrganismi, il microbiota. Clostridiodies difficile è un bacillo “anaerobio, gram-positivo, sporigeno e tossigeno”, a trasmissione oro-fecale. Ampiamente distribuito nell’ambiente e in grado di colonizzare il tratto intestinale dell’uomo e di altri mammiferi.

Il trattamento con antibiotici è considerato il principale fattore di rischio per l’infezione da C. difficile (Cdi). Questo perché, alterando l’equilibrio della microflora intestinale, favorisce la moltiplicazione di questo patogeno, la produzione di tossine e quindi l’infezione. Dopo una prima infezione da Cdi in circa un caso su quattro l’infezione diventa ricorrente. E le opzioni terapeutiche sono limitate.

Sviluppata dall’azienda svizzera Ferring Pharmaceuticals, la terapia contro questo batterio consiste in un trattamento a dose singola somministrata per via rettale. Rebyota è in grado di ripristinare l’equilibrio batterico nell’intestino di persone che hanno già completato un trattamento antibiotico (senza successo).

Il farmaco è stato approvato negli Stati Uniti sulla base dei risultati di uno studio condotto per otto settimane su 262 adulti con infezione ricorrente. L’esito è stato notevole: Rebyota ha prevenuto ulteriori infezioni in quasi il 71% dei casi, contro meno del 58% dei casi nel gruppo placebo.

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