Covid in Italia, contagi stabili ma la metà è invisibile

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Non sono tutte negative le notizie sul fronte Covid-19 che arrivano dal monitoraggio indipendente di Fondazione Gimbe. Ma preoccupa il il rebus degli invisibili.

Di che parliamo? I contagi settimanali sono stabili – vediamo addirittura tornare finalmente il segno meno – ma aumentano ricoveri (+11,1%), terapie intensive (+28%) e decessi (+9,5%) che superano quota 600 in sette giorni. Il problema è che i numeri della pandemia, nel caso dei contagi, sono fortemente sottostimati. Lo segnalavamo da tempo: ci troviamo di fronte a un iceberg. Il ricorso ai tamponi ‘fai da te’ e la presenza di asintomatici ha portato a una forte sottostima della circolazione virale in Italia. Secondo gli esperti guidati da Nino Cartabellotta, infatti, oggi almeno il 50% dei contagi Covid è ‘invisibile’.

Il monitoraggio indipendente di Fondazione Gimbe rileva nella settimana 25 novembre-1 dicembre una sostanziale stabilità dei nuovi casi Covid (227.420 contro 229.122) e un aumento dei morti (635 vs 580), dei casi attualmente positivi (507.169 contro 492.457), delle persone in isolamento domiciliare (498.391 contro 484.594), ma anche di ricoveri con sintomi (8.458 contro 7.613) e terapie intensive (320 contro 250).

Ecco il dettaglio:
Decessi: 635 (+9,5%), di cui 14 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: +70 (+28%)
Ricoverati con sintomi: +845 (+11,1%)
Isolamento domiciliare: +13.797 (+2,8%)
Nuovi casi: 227.420 (-0,7%)
Casi attualmente positivi: +14.712 (+3%)

Per Nino Cartabellotta “non si registrano sostanziali variazioni (-0,7%): dai 229 mila contagi della settimana precedente siamo a quota 227 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera i 32 mila casi al giorno”.

Sette Regioni registrano un incremento dei nuovi casi (dal 5,7% della Basilicata al 14,4% della Liguria) mentre in 14 sono c’è il segno meno (dal -0,6% dell’Emilia-Romagna al -21,1% della Provincia Autonoma di Bolzano), dunque la situazione presenta ancora una notevole variabilità territoriale.

Sul fronte degli ospedali Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, segnala l’aumento dei ricoveri “sia nelle terapie intensive (+28%), sia in area medica (+11,1%)”. Al 1 dicembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13,3% in area medica (dal 5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 35,5% dell’Umbria) e del 3,2% in area critica (dall’1% della Provincia Autonoma di Bolzano al 6,5% dell’Emilia-Romagna). L’ondata di casi si fa sentire sulle strutture, ma considerata anche la sottostima dei casi, non siamo  ai livelli visti in altre fasi della pandemia. “Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi/die rispetto ai 30 della settimana precedente”.

Intanto la campagna vaccinale è in affanno: continua il calo dei nuovi vaccinati, che sono stati 1.070 rispetto ai 1.084 della settimana precedente (-1,3%). Gli esperti di Fondazione Gimbe segnalano il dato degli  over 50, più a rischio di malattia grave anche con la variante Omicron: i nuovi vaccinati si attestano a quota 407 (-12,7% rispetto alla settimana precedente).

Ma allora a che punto siamo? “Il numero dei nuovi casi settimanali – afferma Cartabellotta – non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50% sia per l’utilizzo diffuso di tamponi “fai da te” sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche”.

Ce lo confermano i dati che arrivnao dagli ospedali. “A partire da fine settembre, il tasso di ospedalizzazione sul totale dei positivi è raddoppiato sia per l’area medica (da 0,8% a 1,62%) sia per la terapia intensiva (da 0,03% a 0,06%) e il numero dei decessi continua a salire raggiungendo numeri che non si registravano da metà agosto. In questo contesto preoccupa che, a fronte dell’aumentata circolazione virale, continuino a diminuire le somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili, lasciando scoperte quasi tre persone su quattro”, conclude Cartabellotta. Chissà se lo spot del ministero della Salute riuscirà a convincere i senior a fare il vaccino. 

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