Covid in Italia, contagi in lieve calo ma crescono ricoveri e morti

tampone Covid
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Mentre la curva dei contagi da Covid-19 in Italia è ancora col segno meno (-2,7%), il virus pandemico circola ancora: fra i connazionali colpiti c’è anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma, soprattutto, in sette giorni crescono decessi (+8%), ricoveri (+9%) e terapie intensive (+4,7%). Nell’inverno dei virus però a preoccupare di più, forse, è l’influenza dei record.

Come testimoniano i dati del monitoraggio di Fondazione Gimbe, infatti, sono stati meno di mille nuovi vaccinati contro Sars-Cov-2 in una settimana: il dato più basso dall’inizio della campagna vaccinale. 

Ma vediamo i dati rilevati da Gimbe nella settimana 2-8 dicembre. Rispetto alla precedente, si registra una sostanziale stabilità dei nuovi casi (221.324 contro 227.420) e un aumento dei decessi (686 vs 635). In dettaglio:

  • Decessi: 686 (+8%), di cui 15 riferiti a periodi precedenti
  • Terapia intensiva: +15 (+4,7%)
  • Ricoverati con sintomi: +757 (+9%)
  • Isolamento domiciliare: +15.134 (+3%)
  • Nuovi casi: 221.324 (-2,7%)
  • Casi attualmente positivi: +15.906 (+3,1%)

Sul fronte dei nuovi casi settimanali, per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe “non si registrano sostanziali variazioni (-2,7%): dai 227 mila della settimana precedente si attestano a quota 221 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera i 31 mila casi al giorno”. Sono 13 le Regioni registrano un incremento dei nuovi casi (dall’1,3% della Sardegna al 25,7% della Puglia) e 8 invece sono in calo (dal -3,2% della Provincia Autonoma di Trento al -18,7% della Lombardia).

Scende il numero dei tamponi totali (-5,2%): da 1.324.969 della settimana 25 novembre-1° dicembre a 1.256.722 della settimana 2-8 dicembre. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 4,7% (-52.551), mentre quelli molecolari del 7,3% (-15.696). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 13,5% al 14% per i tamponi molecolari e dal 17,8% al 18,1% per gli antigenici rapidi.

Gli effetti dell’ondata autunnale si sentono sulfronte degli ospedali. Come evidenzia Marco Mosti, direttore Operativo di Gimbe, “salgono i ricoveri sia nelle terapie intensive (+4,7%), sia in area medica (+9%)”. In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica sono 335 l’8 dicembre, mentre in area medica hanno raggiunto quota 9.215. All’8 dicembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 14,5% in area medica (dal 5,1% del Molise al 33,2% dell’Umbria) e del 3,4% in area critica (dallo 0% di Molise e Provincia Autonoma di Trento al 7,1% della Liguria).

A preoccupare gli esperti è il calo dei vaccinati. “Nell’ultima settimana il numero di nuovi vaccinati è sceso sotto le mille unità – evidenzia Cartabellotta – un dato così basso non si era mai registrato dall’inizio della campagna vaccinale”.

Preoccupa, in particolare, il calo tra gli over 50, più a rischio di malattia grave: il numero di nuovi vaccinati si attesta a quota 343 (-20,4% rispetto alla settimana precedente). Insomma, almeno per il momento la campagna avviata dal ministero della Salute non sembra aver spinto gli italiani verso l’immunizzazione contro Covid-19.

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