Incyte punta sull’Italia (e la sostenibilità), parla il Gm Mastandrea

Onofrio Mastandrea Fortune
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Un’azienda biofarmaceutica nata 20 anni fa negli Usa per volontà di un gruppo di ricercatori e votata all’innovazione fin dalla fondazione. Incyte oggi conta più di 2.000 dipendenti a livello globale, di cui oltre 800 dedicati a Ricerca & Sviluppo. Presente in 14 Paesi, ha da poco  inaugurato uno stabilimento di produzione all’avanguardia – l’Incyte Bio-Plant – con sede in Svizzera, e la sua pipeline è forte di una ventina di molecole in sviluppo. Ma, soprattutto, Incyte scommette sull’Italia: nel 2023 aprirà un nuovo headquarter nel nostro Paese, come ha spiegato a Fortune Italia Onofrio Mastandrea, Associate Vice President General Manager Incyte Italia, sottolineando l’impegno per la sostenibilità, non solo ambientale.

Incyte è un’azienda relativamente giovane, può raccontarci un po’ della sua storia e in che modo si è sviluppata negli ultimi anni?

Incyte nasce nel 2002 a Wilmington (Delaware, Usa) su iniziativa di un gruppo di 23 ricercatori illuminati e vanta ora una strutturata presenza globale. Anche se relativamente giovane, il nostro percorso di crescita è stato molto rapido: possiamo infatti contare su ben 7 prodotti approvati in aree terapeutiche con forti ‘unmet need’ clinici. Ad esempio, guardando all’Italia, solo nell’ultimo anno, abbiamo avuto l’approvazione di ben due farmaci: pemigatinib, per il trattamento del colangiocarcinoma, e tafasitamab, per il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B.

Inoltre, abbiamo annunciato quest’anno anche il nostro ingresso nell’area delle malattie dermatologiche autoimmuni e infiammatorie, dove stiamo studiando i meccanismi per trovare delle risposte di trattamento efficace per la vitiligine, la dermatite atopica e l’idrosadenite suppurativa.

La vostra è un’azienda votata all’innovazione fin nel suo Dna, quali sono le novità più interessanti nella pipeline?

Al momento, a livello globale, siamo coinvolti in oltre 70 studi clinici che coinvolgono più di 20 nuove opzioni di trattamento in oltre 30 indicazioni. A livello nazionale siamo tra le prime 10 aziende per numero di nuovi studi clinici avviati in Italia (secondo l’ultimo rapporto Aifa), che coinvolgono 316 centri nel nostro Paese e più di 400 pazienti attualmente arruolati a oggi nei trial. Ma ciò che ritengo più importante è che il 31% dei nostri trial in Italia sia di fase 1, il che significa reale accesso precoce alle più recenti innovazioni in ambito farmacologico.

Quali sono i numeri di Incyte in termini di fatturato nel mondo e cosa si aspetta l’azienda nel futuro?

In termini di cifre, i nostri ricavi totali lo scorso anno sono stati circa 3 miliardi di dollari, con una crescita a doppia cifra costante anno su anno e ben 5 nuove approvazioni regolatorie tra Stati Uniti, Europa e Giappone, che contribuiranno ulteriormente alla crescita dell’azienda nei prossimi anni.

Con l’avvio della nuova Business Unit in area autoimmunity e inflammation, ci sarà un’ulteriore crescita che porterà a un aumento significativo delle risorse umane a livello nazionale e globale.

Come è vista l’Italia e quali sono le priorità per l’azienda nel nostro Paese?

L’Italia è per Incyte un’area fortemente strategica e, come accennavo prima, rappresenta il motore pulsante della ricerca clinica dell’azienda a livello europeo. Nel 2023 la forte crescita ci porterà ad aprire un nuovo headquarter in Italia, che si collocherà di fronte alla sede della Regione Lombardia, per rimarcare la nostra volontà di cooperare costantemente con le istituzioni per raggiungere risultati che portino benefici all’intero Sistema Paese.

Nei prossimi mesi, contiamo di proseguire nel nostro percorso di ricerca e di messa a disposizione di terapie innovative per la comunità medica e dei pazienti in aree terapeutiche strategiche, collaborando con le realtà di eccellenza del nostro Paese.

Non solo ricerca: oggi aziende del pharma sono sempre più impegnate anche sul fronte della sostenibilità e sull’attenzione alla diversità. Ce ne può parlare?

Tengo a sottolineare l’impegno di Incyte per la sostenibilità: non solo ambientale, che ci porta a compensare il 100% delle nostre emissioni e che, entro il 2025, porterà l’azienda a diventare carbon neutral, ma anche quella sociale e culturale, che ha portato Incyte ad avere un perfetto bilanciamento di genere tra i suoi dipendenti (il 50% dei dipendenti a livello globale sono donne e circa la metà dei ruoli dirigenziali sono ricoperti sempre da donne), l’istituzione di un Comitato internazionale per l’inclusione per favorire comportamenti più inclusivi dentro e fuori l’azienda e l’avvio a livello globale un Clinical Trial Diversity Working Group per favorire la rappresentanza di tutti i gruppi etnici all’interno dei suoi studi clinici.

In aggiunta, in Italia, è stata effettuata una selezione dei centri che garantisca una distribuzione capillare su tutto il territorio nazionale. Inoltre abbiamo messo a disposizione un supporto logistico per favorire un migliore accesso dei pazienti ai centri stessi.

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