Fuoco di Sant’Antonio, l’aumento dei casi (per ‘colpa’ di Covid)

fuoco di Sant'Antonio
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Da qualche tempo medici e infettivologi hanno segnalato un aumento dei casi di quella patologia dolorosa meglio nota come Fuoco di Sant’Antonio. Secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, sarebbe importante la crescita dei casi di Herpes zoster.

Ebbene, il fenomeno è reale, come ha spiegato a Fortune Italia Antonietta Spadea, direttore della Uoc vaccinazioni della Asl Roma 1, ed è collegato a Covid-19. Con l’aiuto della dottoressa scopriremo perché i casi sono in aumento, ma anche come curare e prevenire questa patologia.

I virus dormienti

Il Fuoco di Sant’Antonio o Herpes zoster, “può venire solo a coloro che hanno contratto in precedenza la varicella – ricorda Spadea – Il virus della varicella zoster, una volta entrato nel nostro organismo, non scompare ma resta nascosto nei nostri gangli nervosi, dormiente. Un po’ come fa l’Herpes labiale. Quando diminuisce il controllo del nostro sistema immunitario, magari perchè sta combattendo un altro patogeno, il virus si risveglia. Ecco perché in un periodo in cui abbiamo avuto Covid-19 aumentano i casi di Herpes zoster”.

I bambini sono vaccinati contro la varicella, “e sembra che siano protetti dalle forme di zoster. Gli adulti invece, che hanno avuto questa malattia esantematica, hanno dentro di sì il virus dormiente. Nel momento in cui si viene infettati, anche in maniera leggera, dal Sars-Cov-2, il sistema immunitario riduce il suo controllo e i casi di Herpes zoster possono emergere”, dice Spadea. Non è solo ‘colpa’ di Covid-19. “Questo accade anche nella stagione influenzale, o in collegamento con un forte stress scatenato da un dolore, un lutto, un divorzio“.

Spadea precisa che l’aumento non si può quantificare, “perché l’Herpes zoster non è una malattia a notifica obbligatoria, ma la percezione dei clinici è chiara, anche nella nostra Regione”.

I sintomi

Il virus provoca una dolorosa eruzione cutanea che nella forma più comune si manifesta con una placca infiammatoria ricoperta di vescicole di forma allungata che interessa una parte del corpo. I sintomi dell’infezione da Herpes Zoster includono un’area cutanea di forma allungata eritematosa e ricoperta da vescicole come quelle della varicella, dolore bruciante o lancinante, febbre, prurito, mal di testa, brividi, mal di stomaco e spossatezza.

Le vescicole dell’Herpes zoster

 

La terapia e i vaccini

Per la terapia del Fuoco di Sant’Antonio si “ricorre agli antivirali, mentre per prevenire l’Herpes zoster esistono oggi due vaccini“, continua Spadea. Dal 2017 il vaccino contro il Fuoco di San’Antonio è gratuito per tutti gli over 65 e per gli over 50 affetti da diabete, cardiopatie, insufficienza respiratoria o che stiano per iniziare trattamenti immunosoppressivi, ricorda l’esperta.

“Dal 2021 il ministero della Salute, oltre al vaccino a virus vivo attenutato, ha autorizzato anche un prodotto proteico adiuvato. Il primo ha un’efficacia del 65% nel proteggere da nevraligia post-erpetica (la complicanza che ci spaventa, perché provoca un dolore intenso) e del 50% dai casi di Herpes zoster. Il nuovo vaccino ricombinante adiuvato si può somministrare nei soggetti che abbiano un rischio aumentato di zoster, ovvero gli immunocompromessi, a partire dai 18 anni. L’efficacia in questo caso è del 70% nei riguardi della nevralgia post-erpetica nelle persone con più di 80 anni e del 100% negli over 50″.

Quanto agli eventuali effetti collaterali, “fatta una corretta anmnesi prima, quello che possiamo osservare è un po’ di dolore in sede locale o qualche linea di febbre. Parliamo dunque di effetti molto banali”, assicura Spadea.

Per chi sono indicati i vaccini

“Abbiamo delle indicazioni molto chiare su quando utilizzarli, contenute in una circolare della Regione Lazio. Li stiamo somministrando entrambi: il proteico al momento è destinato ai soggetti immunocompromessi. Bisogna dire che chi ha fatto il vaccino a virus vivo, in seguito potrebbe ricevere l’altro prodotto nel caso diventasse immunocompromesso. La vaccinazione è gratuita e gli aventi diritto stanno ricevendo una comunicazione dalla Asl di competenza”.

Ogni azienda sanitaria ha la propria organizzazione, per i residenti nella Asl Roma 1 “abbiamo un servizio di contact center che si può raggiungere telefonando o scrivendo una mail per prenotare l’appuntamento”, che avverà a stretto giro, assicura Spadea.

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