Freddo, difendere la salute nei giorni della merla

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Sono noti come i ‘giorni della merla’: secondo la tradizione gli ultimi tre giorni di gennaio sarebbero i più freddi dell’anno. Ebbene, quest’anno i meteorologi sembrano dare man forte alla saggezza popolare: abbiamo avuto un inverno eccezionalmente mite, ma in questi giorni faremo i conti con temperature sotto zero un po’ dappertutto.

Ecco allora che è importante proteggersi, dal momento che ogni anno almeno il 7% di tutti i decessi può essere attribuito al freddo. E che quest’anno facciamo anche i conti con una pesante crisi energetica. Non tutti però, come vedremo, rischiano nello stesso modo.

La merla e i suoi piccoli

Sono numerose le leggende all’origine dei ‘giorni della merla’. Secondo il mito la merla sarebbe stata la messaggera di Persefone che annunciava l’arrivo della primavera. Secondo questa versione Persefone, in uscita dal regno di Ade, avvertiva la madre Demetra proprio con una merla, e in base al suo annuncio la dea delle messi faceva arrivare la primavera. Attenzione, perché se nei giorni in cui la merla usciva dal nido le temperature erano miti, significava che l’inverno sarebbe durato a lungo (Persefone era in ritardo), se invece faceva veramente molto freddo (come adesso), l’inverno sarebbe finito presto.

Un’altra leggenda narra invece di una merla e dei suoi piccoli, all’epoca dalle penne bianche, che alla fine di gennaio trovarono rifugio in un comignolo: uscirono dopo tre giorni di colore grigio o bruno-nerastro per via della cenere. Da quel giorno tutti i merli furono neri.

Chi rischia di più per il freddo

Gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) sono prodighi di consigli per gestire il grande freddo, soprattutto per le persone più a rischio, come gli anziani, i fragili e chi è affetto da patologie croniche. Ecco dunque chi rischia di più e come difendersi.

Attenti al cuore

Come spiega Giorgio Sesti, presidente della Simi, “una delle minacce peggiori del ‘generale inverno’ è quella posta all’apparato cardio-circolatorio, con un’aumentata incidenza di infarti, ictus e un peggioramento delle arteriopatie periferiche (quelle a carico delle arterie degli arti inferiori)”. Sono soprattutto le persone affette da patologie cardio-vascolari note quelle più esposte a questo rischio, che fa leva sul modo con il quale l’organismo reagisce al freddo. “Per evitare di disperdere calore – spiega Sesti – i vasi periferici si ‘contraggono’ (vasocostrizione), ma questo a sua volta provoca un ridotto afflusso di sangue in periferia (con il freddo peggiorano i sintomi della claudicatio, dolori crampiformi fortissimi alla coscia o al polpaccio) e un aumento della pressione arteriosa. È per questo che spesso in inverno è necessario ritoccare verso l’alto i dosaggi della terapia antipertensiva o associare altri farmaci per mantenere sotto controllo i valori pressori”.

Una pressione arteriosa in salita e il freddo non solo rappresentano una minaccia per i vasi di cuore e cervello, ma portano anche a urinare di più, esponendo in questo modo al rischio di disidratazione (che può sembrare strano in inverno, ma accade), rendendo di conseguenza il sangue più denso e meno ‘scorrevole’ all’interno dei vasi, fenomeni che possono favorire la formazione di trombi. “Oltre a ridurre la pressione in maniera adeguata, è necessario assicurare un buon introito di liquidi. Ma assolutamente non di alcol”, raccomanda Sesti. L’idea che l’alcol ‘riscaldi’ “è una sensazione ingannevole; in realtà, producendo una vasodilatazione periferica, l’alcol favorisce la dispersione di calore”.

Proteggere naso e bocca 

Anche l’apparato respiratorio risente del calo delle temperature. “In questa stagione – affermaSesti – assistiamo ad un’esacerbazione di malattie respiratorie croniche come la bronchite ostruttiva (Bpco) e l’asma perché il passaggio di aria fredda lungo le vie aeree provoca irritazione e di conseguenza, tosse, aumento di secrezioni catarrali e una respirazione difficoltosa e affannata (dispnea). Per questo è importante evitare di uscire di casa nelle ore più fredde, proteggere bene naso e bocca con una sciarpa (e una mascherina, soprattutto quando si sale sui mezzi pubblici affollati) per riscaldare l’aria che inaliamo; bisognerà inoltre valutare con il proprio medico se è il caso di aggiungere un ‘puff’ di broncodilatatore/antinfiammatorio in terapia”.

“Chi soffre d’asma, dovrebbe comunque sempre avere con sé un inalatore. Le persone con Long Covid devono fare particolare attenzione in caso di freddo e cattivo tempo perché secondo una review pubblicata di recente sul BMJ, la loro funzionalità polmonare può restare compromessa per un tempo variabile dopo l’infezione da Covid e questo li espone a maggior rischio di infezioni respiratorie. Se necessario uscire, oltre a proteggersi bene dal freddo, queste persone dovrebbero indossare una mascherina FFP2, soprattutto negli ambienti affollati e scarsamente ventilati”, raccomanda Sesti.

Articolazioni a rischio

Il freddo e l’umidità non sono un toccasana per ossa e articolazioni. Lo sanno bene tutti coloro che soffrono di malattie reumatiche su base infiammatoria o di artrosi. “È necessario dunque coprirsi adeguatamente per mantenere caldo l’organismo – ricorda Sesti – indossare guanti e giacche impermeabili se si esce di casa; chi soffre di fenomeno di Raynaud (una vasocostrizione periferica soprattutto a carico delle dita delle mani che diventano bianche, poi violacee e rosse con tanto dolore), deve stare particolarmente attento agli sbalzi di temperatura (proteggere bene le mani dal freddo ed evitare di metterle sul termosifone o nell’acqua calda, una volta rientrati in casa); da eliminare assolutamente il fumo, che può aggravare il fenomeno”.

Bisogna inoltre evitare di stare fermi troppo a lungo, “alzandosi di frequente dalla poltrona o dal divano e facendo un po’ di ginnastica casalinga, anche con l’ausilio di pesetti da un chilo”. Attenzione anche a non esagerare con le calorie a tavola perché ogni chilo di troppo andrà a gravare sulle articolazioni. Importante fare il pieno di vitamina D e calcio (con latte e latticini a basso contenuto di grassi ed eventuali supplementi, su consiglio del medico), soprattutto se non si esce di casa e non ci si espone alla luce del sole.  

Come proteggersi dal freddo

Dovremmo vivere in case con elevati standard termici e ben coibentate, per evitare la dispersione di calore attraverso i muri e gli infissi (se necessario, ricorrere anche ai vecchi paraspifferi). Molto importante è vestirsi in modo adeguato che poi significa ‘a strati’ sottili; il primo strato, quello più a contatto con la pelle, deve essere di un tessuto in grado di tenere l’umidità lontana dalla pelle, seguito da uno strato ‘isolante’ e un maglione caldo. E per uscire, un giaccone impermeabile a prova di pioggia, neve e vento. Grande attenzione deve infine essere posta al letto che deve mantenerci al caldo durante il sonno: doppie coperte e piumini, ma anche pigiami con pantaloni e maniche lunghe.

Attenzione alle cadute

Un marciapiede ghiacciato o anche solo lucido di pioggia o un ombrello aperto possono rappresentare un pericolo e favorire una caduta che, nei fragili e negli anziani, spesso non è priva di conseguenze.

“Meglio prevenire questo rischio – consiglia Sesti – uscendo di casa, se possibile, solo nelle ore centrali della giornata, rese più tiepide dal sole ed evitando di uscire sotto la pioggia o la neve. Indossare calze di lana e scarpe comode con suola antiscivolo e con un buon ‘grip’ e preferire i cappelli di lana a quelli a tesa larga o a cloche, per non ostacolare la visibilità. Le persone con neuropatia diabetica devono fare particolarmente attenzione, perché possono non accorgersi che i piedi stanno diventando troppo freddi, esponendosi al rischio di geloni o di un principio di congelamento”.

Sport e gelo

I runner in buona salute possono continuare a correre anche con le basse temperature, avendo cura di vestirsi in maniera adeguata e idratarsi adeguatamente. “Le persone con problemi cardiovascolari noti o i soggetti a rischio (ipertesi, diabetici, persone in sovrappeso) – ammonisce Sesti – devono invece stare molto attenti a non fare sforzi eccessivi all’aperto, se le temperature sono rigide. In questa stagione, bene le passeggiate nelle ore calde e nelle giornate di sole, ma per tutto il resto, l’esercizio fisico andrebbe fatto indoor: in palestra, in piscina o in casa. Ricordatevi di vestirvi molto bene anche quando portate il cane fuori, soprattutto al mattino presto e la sera. Grande attenzione infine anche all’attività fisica ‘indotta’ dal cattivo tempo: spalare la neve può rivelarsi decisamente pericoloso per il cuore, come anche cambiare una gomma bucata a temperature polari”. 

Luce benefica

Occhio all’umore. “Le persone con disturbo affettivo stagionale, depressione o disturbo bipolare – conclude il professor Sesti – possono risentire in modo particolare del dover restare a lungo in casa, per il cattivo tempo. È fondamentale che si mantengano attive e che dormano in modo regolare, facendo il pieno di sole non appena possibile. E se non è possibile uscire, bisogna inondare di luce la casa, tirando le tende e alzando le serrande”.

Saranno giorni difficili, ma se la tradizione verrà rispettata la primavera quest’anno non dovrebbe tardare troppo.

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