Pfizer, perchè il 2023 sarà un anno difficile

Albert Bourla Pfizer
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Per Pfizer la fine della pandemia si tradurrà in un calo dei ricavi. Il gruppo farmaceutico statunitense che aveva vinto insieme alla partner BioNTech la corsa al vaccino anti-Covid, ha infatti messo in conto un importante calo nel 2023. L’amministratore delegato, Albert Bourla ha definito il 2023 “un anno di transizione”, dopo il record di vendite registrato nel 2022 e trainato dai prodotti anti-Covid. Ma ha fatto anche capire di avere un asso nella manica.

La fine di Covid

Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità non ha ancora dichiarato la fine della pandemia, il virus circola ancora ma l’interesse per i vaccini anti-Covid si è decisamente freddato. A pesare sui conti di Pfizer sarà anche la fine del programma avviato dal governo Usa per acquistare vaccini e trattamenti contro il Covid-19. C’è anche da tener conto del fatto che molti Paesi hanno accumulato importanti scorte di vaccini e farmaci: per quanto riguarda Comirnaty*, adattato ora anche alle varianti, la societa’ si aspetta ricavi per 13,5 miliardi nel 2023, con un -64% su base annua. 

Pfizer stima inoltre in 8 miliardi di dollari i ricavi per la sua pillola Paxlovid*, con un  -58%. L’endemizzazione del virus Sars-Cov-2 e la fine dei lockdown se da un lato hanno segnato il ritorno di malattie per lunghi mese scomparse – e la ripresa della vendita di numerosi medicinali – non potrà non impattare sulle aziende che alla lotta a Covid-19 hanno dedicato una quota importate della produzione. Così ieri Pfizer ha chiuso alla Borsa di New York in leggero aumento (+0,61%), mentre nelle contrattazioni pre-market cede lo 0,5%.

Un 2022 da record

In ogni caso nel 2022 Pfizer ha realizzato un fatturato di 100,3 miliardi di dollari, cifra mai raggiunta prima, per un utile netto di 31 miliardi di dollari. Escludendo gli elementi eccezionali, l’utile per azione è di 6,58 dollari, un altro record.

Per il 2023, come dicevamo, il gruppo prevede invece un forte calo: la stima sul fatturato oscilla tra 67 e 71 miliardi di dollari, con un utile per azione tra i 3,25 e i 3,45 dollari. I ricavi dei prodotti anti-Covid però dovrebbero riprendere a salire nel 2024 (con la fine delle scorte accumulate).

Il Gruppo sta rinegoziando i tempi per le forniture con gli altri Paesi, tra cui quelli dell’Ue.
Come ha sottolineato Albert Bourla, il 2022 è stato “un anno di record, non solo in termini di ricavi e di utile per azione, che sono stati i più alti di sempre, ma soprattutto in termini di percentuale di pazienti che hanno avuto una percezione positiva su di noi e sul
nostro lavoro”.

L’ottimismo del Ceo

In barba ai numeri delle previsioni 2023, Bourla si dice anche convinto che “il nostro futuro è brillante, poiché siamo nel bel mezzo di un periodo di 18 mesi in cui potremmo avere fino a 19 potenziali nuovi prodotti o indicazioni senza precedenti sul mercato”. Una pioggia di novità che potrà impattare in modo importante sui conti del prossimo anno.

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