Covid in Italia, l’altalena di contagi e ricoveri

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Forse è un po’ presto per archiviare Covid-19. Dopo mesi di numeri in discesa, il monitoraggio indipendente di Fondazione Gimbe conferma nell’ultima settimana una lieve risalita di contagi (+3,8%) e ricoveri ordinari (+4,1%). 
La buona notizia è che restano in deciso calo le terapie intensive (-13,6%) e i decessi (-18,4%), ma anche le persone in isolamento domiciliare.

I numeri e la geografia di Covid

Gli esperti Gimbe nella settimana 17-23 febbraio, rispetto alla precedente, segnalano:
Decessi: 244 (-18,4%)
Terapia intensiva: -21 (-13,6%)
Ricoverati con sintomi: +131 (+4,1%)
Isolamento domiciliare: -16.533 (-9,1%)
Nuovi casi: 29.438 (+3,8%)

Cosa sta accadendo? “Dopo sei settimane consecutive di calo – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si registra un lieve aumento (+3,8%) dei nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Da oltre 28 mila nella settimana precedente salgono a oltre 29 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 4 mila casi quotidiani”. Normali oscillazioni tipiche di un virus divenuto endemico?

Intanto i contagi Covid aumentano in 14 Regioni, anche se a diverse velocità: si va dallo 0,4% della Liguria al 15% del Lazio. In altre 7 Regioni però si riducono: dal -1,9% del Piemonte al -25,3% della Sardegna. In 55 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,5% di Brescia al +74,5% di Vercelli, mentre nelle restanti 51 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1,2% di Bari al -51,8% di Sassari); stabile la Provincia di Barletta-Andria-Trani con una variazione dello 0%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti.

Scende ancora il numero dei tamponi totali (-5,6%): da 536.080 della settimana 10-16 febbraio a 506.295 della settimana 17-23 febbraio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti dell’1% (-4.076), mentre quelli molecolari sono diminuiti del 18,7% (-25.709). Gli italiani ormai rinunciano al test o fanno quello casalingo.

Cosa succede negli ospedali

Come puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, torna a salire il numero dei ricoveri in area medica (+4,1%) mentre prosegue il calo in terapia intensiva (-13,6%). In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica sono scesi a 133 il 23 febbraio; mentre in area medica, raggiunto siamo a 3.331.

Sempre al 23 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 5,2% in area medica e dell’1,3% in area critica. Si tratta di numeri comunque limitati. Inoltre gli esperti segnalano la “lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 13 ingressi/die rispetto ai 14 della settimana precedente”.

Sul fronte di contagi e ricoveri, il virus pandemico segna una lieve ripresa. Si tratta di numeri limitati, ma dobbiamo anche tener conto della sottostima dovuta ai tamponi anti-Covid ‘fai da te’. E del fatto che anche l’influenza non accenna a lasciare il Paese. Insomma, il lungo inverno dei virus non è ancora finito. E i soggetti più anziani e fragili devono essere consapevoli del fatto che, anche con queste varianti, a rischiare di più sono proprio loro.

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