Utero in affitto e maternità surrogata tra scienza e legge

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Utero in affitto. Maternità surrogata. Termini che impattano sul sentire morale e psicologico di tutti noi. E che troppo spesso vengono sfruttati, anche dalla politica, per distogliere l’attenzione dai temi che sono invece all’ordine del giorno dell’agenda politica. Come i diritti dei figli che, a prescindere dal modo in cui sono stati concepiti e partoriti, andrebbero sempre tutelati.

La definizione più neutra per descrivere un fenomeno che in alcuni Paesi è già normato è ‘gestazione per altri’. Analizziamo di che si tratta dal punto di vista medico-scientifico (pur rilevando che è assai difficile entrare in considerazioni etiche e giuridiche), insieme a Nicola Colacurci, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).

Gestazione per altri, cosa significa dal punto di vista medico?
Significa trasferire nell’utero di una donna un embrione che non è geneticamente della donna, fare in modo che essa porti a termine la gravidanza e partorisca. Il neonato sarà poi affidato ai genitori genetici.

In Italia è considerata madre a tutti gli effetti colei che dà alla luce il figlio. La natura finora aveva previsto che la gestante fosse anche la portatrice della cellula uovo. Poi le tecniche di procreazione assistita hanno fatto in modo che si potessero donare gli ovociti, fecondati dallo spermatozoo del partner della coppia o da quello di un donatore. L’embrione derivante dalla fecondazione sarà poi trasferito nell’utero della donna che porterà avanti la gravidanza fino alla nascita del bambino.

In Italia è possibile che una donna partorisca avendo portato avanti una gravidanza per altri?
Farebbe una cosa al limite dell’illegale. Attualmente una donna che partorisce può non riconoscere il figlio. E il figlio può essere riconosciuto da colui che dice di essere il padre. L’unico meccanismo sarebbe quello descritto. Il padre potrebbe poi far adottare questo figlio dalla moglie.

Quali sono le condizioni medico-sanitarie di una donna, che potrebbero giustificare il ricorso alla gestazione per altri?
Un caso è quello delle donne che non hanno l’utero a causa di malattie che ne hanno comportato l’asporto o perché sono nate senza utero, pur avendo le ovaie ed essendo in grado di produrre i propri ovociti. Quindi riuscirebbero a dare origine a un embrione ma non potrebbero portare avanti una gravidanza.

Un’alternativa sarebbe il trapianto d’utero. Nel 2022 in Italia ci fu la prima nascita derivante dal trapianto d’utero. Ma dire che questa procedura possa essere una soluzione al desiderio di genitorialità delle donne senza utero e che possa diventare una pratica routinaria è difficile, perché i tassi di successo sono bassi.

E per le coppie omogenitoriali?
Una coppia omosessuale femminile potrebbe avere una gravidanza attraverso la fecondazione assistita che utilizza l’ovocita di una delle due e lo spermatozoo di un donatore. L’embrione sarebbe trasferito nell’utero di una delle due donne, che poi partorisce.

La coppia omosessuale maschile non lo può fare, perché può solamente donare lo spermatozoo e trovare l’ovocita dando anche origine all’embrione, ma non può portare avanti la gravidanza.

La problematica è complessa e l’aspetto medico si interseca con quello etico. Tutte le persone hanno diritto alla riproduzione e alla persona che amano? Se la risposta è sì, si dovrà considerare la possibilità dell’utero in affitto. Se si ritiene invece che la loro genitorialità (delle coppie omogenitoriali, ndg) possa essere espressa solo con l’adozione…

L’utero in affitto è una procedura che difficilmente rimane asettica, perché la donna che porta avanti la gravidanza ha per nove mesi un rapporto strettissimo con l’embrione e poi col feto, anche attraverso uno scambio ormonale che impatta su entrambi. Implicazioni morali varie ci sono sicuramente. Entriamo in un ambito prettamente personale.
La legislazione italiana attualmente permette di eseguire la fecondazione assistita solo in coppie eterologhe. Né in coppie omosessuali, né nei single. Ma la legislazione fa cose strane. La legge 40 dice che l’embrione non può essere interrotto, va conservato in eterno (congelato nelle apposite banche, ndg). La legge 194 invece dice che l’embrione può essere interrotto per volere della madre. Per la legge 40 l’embrione non ha la madre e i partner che lo hanno generato non sono i genitori e il loro interesse non può superare quello dell’embrione.

A sua conoscenza, nel mondo, qual è la diffusione della gestazione per altri?
Non conosco i numeri, ma penso sia molto diffusa. Quando partecipo ai convegni esteri vedo una serie di organizzazioni che promuovono questa pratica.

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