Mal di testa: numeri, novità e focus sui bambini

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Un mondo afflitto dal mal di testa. Stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità la cefalea colpisca 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno. Una patologia che riguarda anche i più giovani: basti pensare che oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea, mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria.

Questo sabato la Giornata nazionale del mal di testa, promossa dalla Sin (Società Italiana di Neurologia) e dalla Sisc (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee), punta a sensibilizzare la popolazione italiana su una patologia che oggi – e questa è la buona notizia – può essere ben trattata. Ma che forse viene troppo spesso sottovalutata.

I numeri italiani

“In Italia il 12% della popolazione adulta soffre di emicrania, una forma di cefalea che si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto”, afferma Alfredo Berardelli presidente della Sin.

Parliamo di 6 milioni di persone “che si trovano a convivere con una patologia talmente debilitante che è stata indicata dall’Oms come causa di maggiore disabilità tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi”, continua Berardelli.

Le terapie

Grazie alla scoperta del meccanismo che genera il dolore emicranico, sono ormai entrate nella pratica clinica nuove terapie a base di anticorpi monoclonali che stanno facendo registrare un importante cambio di passo nella prevenzione dell’emicrania poiché queste terapie riducono il numero di attacchi nella forma episodica risultando efficaci anche nell’emicrania cronica e in quella farmacoresistente. Con unnumero di effetti collaterali molto scarso.

Mal di testa e bambini

“Attenzione al mal di testa nei ragazzi in età scolare – avverte Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la cura e la ricerca su Cefalee e dolore presso l’Irccs San Raffaele di Roma – In Italia, la latenza tra l’esordio del problema e la consultazione di un centro specializzato è di circa 20 anni, nel frattempo l’emicrania può diventare cronica”

I dati del Registro Italiano dell’Emicrania coordinato dal San Raffaele dimostrano che l’emicrania insorge in media tra i 10 e i 17 anni. Solo nell’8% dei casi i pazienti si rivolgono al medico di medicina generale per questo problema e nell’80% dei casi hanno fatto esami diagnostici del tutto inutili.

“Bisogna intercettare le cefalee già dalla scuola primaria, sensibilizzando i professori e i dirigenti scolastici. Circa il 10% dei bambini e dei ragazzi ne soffre e bisogna pensare, per casi selezionati, di garantire anche a questi giovani pazienti di poter fruire del congedo scolastico per cefalea, non diversamente dal “congedo mestruale” appena introdotto in alcune scuole italiane. Come San Raffaele stiamo anche valutando un progetto sperimentale di medicina scolastica, così da rendere il nostro Centro Cefalee itinerante e portarlo negli istituti, dapprima romani, per favorire la diagnosi precoce della patologia”.

Oggi le cefalee e in particolare l’emicrania si possono curare bene, conferma l’esperto. “A luglio”, sottolinea il neurologo “è prevista anche la rimborsabilità di un quarto anticorpo, molto potente, l’unico a essere somministrato per via venosa. Se riuscissimo a diagnosticare i casi per tempo sarebbe una svolta”.

Una malattia sociale

“I decreti attuativi della legge 18/2020 emanati dal ministero della Salute  – ricorda  Franco Granella, presidente della Sisc – prevedono finanziamenti pari 10 milioni di euro per il 2023 e il 2024, con l’obiettivo di realizzare progetti regionali per la sperimentazione di metodi innovativi di presa in carico dei pazienti. Entro la fine dell’anno le varie strutture sanitarie dovranno presentare alla rispettiva Regione le loro proposte progettuali per ottenere i finanziamenti e la SISC sta cercando di aiutarle mettendo a punto procedure e format che possano favorire gli operatori nella realizzazione delle loro proposte”.

C’è mal di testa e mal di testa

Esistono due grandi categorie: le cefalee primarie, disturbi non legati ad altre patologie, e quelle secondarie che dipendono da altre patologie, come, ad esempio, la cefalea da trauma cranico e/o cervicale, quella da disturbi vascolari cerebrali.

Le cefalee primarie comprendono l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo e la cefalea a grappolo che si differenziano per la tipologia del dolore, l’intensità, la sua collocazione nella testa, la durata, la frequenza e gli altri sintomi di accompagnamento.

L’emicrania si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto. Il paziente non riesce a svolgere nessuna delle attività quotidiane perché ogni azione aggrava il dolore e, a volte (emicrania con aura), gli attacchi vengono preceduti, o più raramente accompagnati e seguiti da disturbi neurologici soprattutto visivi. La crisi si manifesta solitamente insieme ad altri disturbi come vomito e intolleranza alla luce, ai rumori e agli odori forti e può durare da alcune ore a 2-3 giorni. Due terzi circa dei pazienti emicranici sono donne.

La cefalea di tipo tensivo presenta una intensità lieve-moderata, di tipo gravativo o costrittivo (il cerchio alla testa) della durata di alcuni minuti, ore o anche alcuni giorni, talvolta aggravata dalle attività fisiche usuali e non associata, in genere, a nausea o vomito. È la forma più frequente di cefalea con una prevalenza di circa l’80%. Può esserci familiarità nello sviluppo di questa cefalea così come fattori ambientali tra cui lo stress, l’affaticamento, errate posture o riduzione delle ore di sonno.

La cefalea a grappolo provoca attacchi dolorosi più brevi (1-3 ore) molto intensi e lancinanti che si susseguono 1 o più volte al giorno per un periodo di tempo in media di 2 settimane (grappolo), alternati a periodi senza dolore. L’area interessata è quella perioculare e, al contrario delle altre due forme, la cefalea a grappolo colpisce prevalentemente gli uomini. In genere gli episodi si ripetono ciclicamente con una cadenza stagionale o di 1/2 periodi all’anno.

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