Covid e vaccini, ecco l’accordo tra Ue e Pfizer-BioNTech

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La pandemia da Covid-19 non è finita, ma l’emergenza sanitaria internazionale sì. Rispetto a qualche anno fa insomma le cose sono cambiate, e l’Europa aveva bisogno di rinegoziare le forniture di vaccini. Ebbene, l‘accordo con Pfizer e BioNtech è stato raggiunto, e tiene conto delle mutate condizioni e delle ridotte esigenze di dosi vaccinali. Che però serviranno ancora.

 “Accolgo con grande favore l’accordo raggiunto con BioNTech-Pfizer insieme ai nostri Stati membri e per loro conto, con l’obiettivo di adattare la fornitura di vaccini contro la Covid-19 – ha detto Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare al fine di rispondere all’evoluzione delle esigenze. Siamo riusciti a tenere la pandemia sotto controllo in larga misura attraverso i nostri vaccini. E, anche se non è più un’emergenza sanitaria globale, la Covid-19 resta una minaccia probabilmente destinata a durare. È dunque fondamentale essere pronti per gli anni a venire”.

Cosa cambia

Le dosi contrattate nelle fasi più calde della pandemia possono essere convertite in ordini facoltativi, dietro pagamento di una somma (la cui entità non è stata resa nota). Questa somma sarà deducibile nel caso in cui i Paesi decidano di acquistare ulteriori dosi in futuro. L’accordo prevede inoltre l’estensione fino a 4 anni, a partire da adesso, del periodo in cui i Paesi potranno ricevere i vaccini, compresi quelli adattati alle nuove varianti.

“La modifica dell’attuale contratto di fornitura di vaccini – fa sapere la Commissione – tiene conto del miglioramento della situazione epidemiologica, pur continuando a garantire l’accesso all’ultima versione disponibile del vaccino in caso di futura comparsa di varianti Covid che destano preoccupazione”.

Gli adeguamenti

L’accordo ha consentito di apportare una serie adeguamenti al contratto esistente:

  • una riduzione della quantità di dosi acquistate dagli Stati membri in virtù del contratto. Le dosi originariamente convenute nel contratto saranno convertite in ordini facoltativi dietro pagamento di una tariffa;
  • una proroga del periodo durante il quale gli Stati membri potranno ricevere i vaccini, che a partire da adesso potrà arrivare a 4 anni;
  • la possibilità, fino al termine del contratto, di continuare ad avere accesso a dosi supplementari fino a concorrenza del volume originariamente convenuto per soddisfare le esigenze in caso di aumento dei casi e di peggioramento della situazione epidemiologica;
  • un accesso continuo a vaccini adattati alle nuove varianti, non appena questi siano stati autorizzati dalle autorità di regolamentazione.

Le dosi in Europa

Gli Stati membri finora si sono divisi 526 milioni di dosi di vaccini, circa 494,4 milioni delle quali sono già pervenute ai Paesi destinatari. Oggi però gli Stati membri devono continuare a garantire scorte strategiche dei vaccini di cui hanno bisogno per proteggere le fasce vulnerabili della popolazione e far fronte a una eventuale evoluzione epidemiologica di Covid-19.

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