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Dai Sumeri all’AI, la rivincita della medicina tradizionale

medicina tradizionale

Coniugare saggezza antica e scienza moderna per favorire la salute e il benessere delle persone in tutto il pianeta. Mentre la ricerca compie passi da gigante nella lotta alle malattie, anche grazie alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale, c’è chi guarda indietro ai ‘tesori’ della medicina tradizionale.

Erbe, muffe, cortecce, funghi e altri composti naturali sono usati da millenni per conservare o ritrovare la salute. E molte di queste sostanze hanno dato origine ai moderni farmaci. E’ il caso della corteccia di salice, usata già dai Sumeri più di 3.000 anni fa, e della ‘nostra aspirina’. Ma che spazio c’è, nel mondo dei Big data e dell’AI, per la medicina tradizionale? Se a scommentere su questo approccio è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la cosa dà da pensare anche ai modernisti più accaniti.

In questi giorni a Gandhinagar, in India, si tiene il primo vertice mondiale della medicina tradizionale dell’Oms. La scelta della location non è casuale: la medicina tradizionale indiana, celebre in Occidente come quella cinese, ha una tradizione solida ed è apprezzata nel mondo. Ma c’è di più: l’idea è che questo approccio – integrato con le cure di tipo ‘occidentale’ – consenta di abbattere i costi e, in definitiva, aiuti a offrire assistenza sanitaria a un maggior numero di persone. 

“Ieri – racconta il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus – ho avuto il privilegio di visitare un centro di salute e benessere qui a Gujarat, che fornisce servizi sanitari di base a quasi 5.000 persone e 1.000 famiglie. Sono rimasto così colpito dal modo in cui l’India utilizza la telemedicina per fornire consulenze a distanza, ampliare l’erogazione dei servizi e far risparmiare tempo e denaro ai pazienti durante i viaggi. Ecco come appare la salute per tutti. Ho anche visto come la medicina tradizionale si sta integrando a livello di assistenza sanitaria primaria, con un giardino del benessere presso la clinica, dove ho avuto l’opportunità di piantare un albero di Tulsi”.

Medicina tradizionale e One Health

Se i Paesi occidentali hanno scoperto solo ‘di recente’ l’approccio One Health, “uno dei grandi punti di forza della medicina tradizionale è proprio la comprensione degli intimi legami tra la salute dell’uomo e il nostro ambiente. Ecco perché l’Oms – spiega il dottor Tedros – si impegna a sostenere i Paesi per sbloccare il potenziale della medicina tradizionale, attraverso il Global Traditional Medicine Center di Jamnagar”, inaugurato l’anno scorso.

“A quel tempo, abbiamo deciso di ospitare il primo vertice globale sulla medicina tradizionale dell’Oms, celebrando congiuntamente il 75° anniversario dell’Organizzazione e il 75° anniversario dell’indipendenza nazionale dell’India, insieme alla presidenza indiana del G20. Abbiamo in programma di rendere questo un evento regolare, forse ogni due anni, per fornire un forum globale per la condivisione di prove e migliori pratiche nell’uso della medicina tradizionale”.

Una medicina antica come l’uomo

Nel corso della storia, tutti i Paesi e le culture hanno utilizzato guaritori tradizionali, rimedi casalinghi e antiche conoscenze medicinali per soddisfare le loro esigenze di salute e benessere. “A un certo punto della nostra vita, la maggior parte di noi utilizzerà una qualche forma di medicina tradizionale”, riflette il Dg Oms, cresciuto in Etiopia, Paese con una “ricca storia di medicina tradizionale”.

“C’è una crescente domanda di medicina tradizionale in tutti i Paesi”, testimonia il dottor Tedros, convinto che la medicina tradizionale, complementare e integrativa sia particolarmente importante per prevenire e curare le malattie non trasmissibili e la salute mentale e per un invecchiamento sano.

Dai Sumeri all’aspirina

La medicina tradizionale ha una lunga storia. Oltre 3.500 anni fa i Sumeri e gli Egizi usavano la corteccia del salice come antidolorifico e antinfiammatorio. Gli antichi Greci la impiegavano per alleviare i dolori del parto e curare le febbri. Poi, nel 1897, il chimico Felix Hoffmann sintetizzò l’aspirina e il farmaco ha continuato a migliorare e salvare la vita di milioni di persone ogni giorno.

“Allo stesso modo, la pervinca del Madagascar, che ora è la fonte di farmaci per il tumore infantile, è menzionata nel folklore mesopotamico, così come nell’Ayurveda e nella medicina tradizionale cinese. Piante medicinali come il biancospino e la digitale sono state utilizzate per curare le malattie cardiovascolari e l’ipertensione, e un derivato dell’igname messicano selvatico è uno dei primi ingredienti attivi nelle pillole contraccettive”, ricorda Tedros Adhanom Ghebreyesus.

L’India ha una ricca storia di medicina tradizionale attraverso l’Ayuverda e lo yoga, che ha dimostrato di essere efficace nell’alleviare il dolore. C’è poi la bella storia della scienziata cinese da Nobel Tu Youyou, che ha sfruttato proprio le conoscenze tradizionali per ottenere una svolta nel trattamento della malaria. Dopo aver testato, senza successo, oltre 240.000 composti da utilizzare negli antimalarici, Tu Youyou si è rivolta alla letteratura medica cinese tradizionale per trovare indizi. Così nel 1971 il team di Tu Youyou isolò l’artemisinina, un composto attivo nell’assenzio dolce particolarmente efficace nel trattamento della malaria. Oggi l’artemisinina è la spina dorsale del trattamento di questa malattia.

Gli obiettivi

Attraverso questo vertice e il Centro globale dell’Oms per la medicina tradizionale, l’obiettivo dell’Organizzazione è costruire una robusta mole di dati che consenta un uso sicuro, conveniente ed equo della medicina tradizionale.

Non si tratta proprio di una novità: nel 2014 gli Stati membri hanno approvato la prima strategia globale decennale per la medicina tradizionale. “All’Assemblea mondiale della sanità di quest’anno, gli Stati hanno concordato di estendere la strategia per altri due anni e hanno chiesto di sviluppare una nuova strategia decennale per il periodo 2025-2034”, ricorda Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Tre pilastri

Il Dg Oms sottolinea tre richieste specifiche dal meeting in India: “In primo luogo, esortiamo tutti i Paesi a impegnarsi a esaminare il modo migliore per integrare la medicina tradizionale e complementare nei loro sistemi sanitari nazionali. In secondo luogo, esorto tutti voi a identificare raccomandazioni specifiche, basate sull’evidenza e attuabili che possano informare la prossima strategia globale dell’Oms per la medicina tradizionale. In terzo luogo, vi esorto a utilizzare questo incontro come punto di partenza per un movimento globale per sbloccare il potenziale della medicina tradizionale attraverso la scienza e l’innovazione”.

La scommessa è aperta: guardare indietro, forti delle possibilità assicurate dalla tecnologia, potrebbe aiutarci a trovare una strategia integrata in grado di far tesoro delle osservazioni fatte nel corso dei millenni, per coniugare finalmente salute – dell’uomo, degli animali e dell’ambiente – e sostenibilità.

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