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Covid e pubertà precoce, lo studio italiano e il caso delle bambine

bambini pubertà
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C’è un legame inquietante e piuttosto stretto fra la pandemia da Covid-19 e la pubertà precoce, in particolare tra le bambine. A metterlo in luce, qualche tempo fa, uno studio osservazionale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Secondo i ricercatori guidati da Marco Cappa erano “più che raddoppiati, durante il lockdown del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, i casi di pubertà precoce registrati all’ospedale” del Gianicolo. Ebbene, ora una ricerca dell’Istituto Gaslini di Genova conferma questo fenomeno e lo quantifica nelle bimbe.

Stando allo studio pubblicato sul ‘Journal of the Endocrine Society’ da un team di ricercatori del Gaslini, dell’Università di Genova e dell’Università di Perugia, la pubertà precoce è in aumento del 30% fra le bimbe a causa dei cambiamenti di stile di vita delle famiglie durante il lockdown. Didattica a distanza, chiusura di piscine e palestre, smartworking e giornate passate tra tablet e pc si sono trasformate in un boomerang per le bambine.

Che cos’è la pubertà precoce

Il fenomeno è noto da tempo e si manifesta quando il corpo dei bambini inizia a trasformarsi troppo presto: la maturazione sessuale comincia prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 anni nei maschi.

Lo studio

La ricerca del Gaslini prende in esame i dati di 133 ragazzine sospettate di essere in pubertà precoce dal gennaio 2016 al giugno 2021. Gli studiosi hanno riscontrato 72 casi di pubertà precoce prima della pandemia (gennaio 2016-marzo 2020) e 61 casi tra marzo 2020 e giugno 2021. Ciò equivale a quattro nuovi casi al mese.

I fattori che aumentano il rischio

“Il nostro studio conferma l’aumento delle diagnosi di pubertà precoce durante Covid-19 e identifica alcuni fattori che contribuiscono a tutto ciò, come cattive abitudini alimentari, mancanza di esercizio fisico, troppo tempo trascorso davanti agli schermi e disturbi del sonno”, ha affermato l’autore dello studio Mohamad Maghnie, dell’Università di Genova e dell’Istituto Giannina Gaslini.

I ricercatori hanno anche visto che le ragazzine a cui era stata diagnosticata la pubertà precoce durante Covid-19 tendevano ad avere punteggi di indice di massa corporea (Bmi) più elevati rispetto alle coetanee. Le prime trascorrevano in media 2 ore al giorno utilizzando dispositivi elettronici e l’88,5% di loro interrompeva qualsiasi attività fisica.

“Abbiamo riscontrato – ha sottolineato il ricercatore – un aumento di peso tra le ragazze a cui è stata diagnosticata la pubertà precoce durante la pandemia, e proprio un rapido aumento del peso corporeo è associato allo sviluppo puberale anticipato”.

Se l’isolamento fa male alla salute

Se dieta e (poca) attività fisica sono nel mirino dei medici, il legame fra pandemia e pubertà precoce potrebbe essere più articolato. “Il ruolo dello stress, dell’isolamento sociale, dell’aumento dei conflitti tra genitori, ma anche lo status economico” della famiglia “e il maggiore uso di disinfettanti per le mani e per le superfici rappresentano ipotesi interessanti da esaminare per far luce sul perché la pubertà precoce è in aumento tra le giovanissime”, ha detto Maghnie. I

n ogni caso questo tipo di ricerche mostra con chiarezza che stiamo ancora iniziando a comprendere il reale impatto della pandemia sulla salute umana.

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