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Onetti Muda (Bambino Gesù): “La ricerca è come la musica”

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Basta qualche numero per dare un’idea della produzione di un’eccellenza della ricerca italiana. Con ben 450 progetti attivi, 1.352 pubblicazioni scientifiche nel 2022 (e un Impact Factor pari a 5.947) l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù è tra i big del settore.

A guidare come un direttore d’orchestra i 1.972 cervelli impegnati nei suoi laboratori e nei reparti dell’ospedale (perchè la ricerca qui è traslazionale: parte e arriva al letto del paziente) è, da gennaio 2023, Andrea Onetti Muda. Professore ordinario di Anatomia patologica e già rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Onetti Muda è il nuovo direttore scientifico dell’Ospedale del Gianicolo. Convinto che, per ottenere un’armonia perfetta dall’opera di tanti talenti diversi, occorra un elemento fondamentale, a volte sottovalutato.

“Se le persone non conoscono chi lavora nel laboratorio accanto e non sanno cosa fa – ci racconta il direttore scientifico – non potranno lavorare bene insieme”. Ma solo dall’unione dei diversi strumenti si ottengono melodie indimenticabili. “Ecco perché da fine marzo abbiamo istituto degli incontri periodici nei quali tutte le unità di ricerca sono chiamate a presentarsi agli altri, due gruppi alla volta. In questi incontri si parla di dati, composizioni, strategie e risultati ottenuti, ma anche di possibili forme di collaborazione con altre unità dell’ospedale. Quando ho iniziato il mio lavoro da direttore scientifico – ricorda – ho conosciuto un ricercatore autore di pubblicazioni eccellenti, che nei precedenti anni non avevo mai sentito nominare. Questo mi ha gettato nel panico: bisognava far incontrare i ricercatori”. Farli uscire dall’ombra: a giovarsene, è convinto il direttore scientifico, sarà la ricerca.

Un pensiero guida

“Dobbiamo sempre ricordare – sottolinea il direttore scientifico – che dietro ogni nostro progetto di ricerca ci sono un bambino e una famiglia in attesa di risposte. Ognuno con le proprie competenze e la propria dedizione, abbiamo il compito di cercare di alleviare la loro sofferenza”.

Tre filoni prioritari

Malattie rare, terapie avanzate: quali sono i filoni di ricerca più interessanti nella struttura? “Sappiamo che la malattia è rara singolarmente, ma tutte insieme sono oltre 10mila patologie. Negli ultimi 2-3 anni la tecnologia ci ha dato un aiuto impensabile: pensiamo all’immunoterapia, alle Car-T cell o alle Car-NK (Natural killer: cellule ingegnerizzate contro i tumori, ndr). Ma voglio ricordare anche le nuove metodiche di diagnostica: senza una diagnosi accurata e precisa, gli armamentari terapeutici più sofisticati fallirebbero. L’innovazione in diagnostica è, insieme alle terapie avanzate e alle malattie rare, parte di una triade ugualmente importante per la nostra ricerca”. Fra gli esempi più interessanti dei progetti in corso, Onetti Muda cita un Repository di diagnostica istopatologica e molecolare che mira a raccogliere i vetrini digitalizzati di tutti gli ospedali pediatrici italiani, con un collegamento con strutture internazionali. “Obiettivo: mettere a fattor comune le caratteristiche delle singole patologie – spiega – per favorire una diagnosi il più possibile precoce e corretta”.

L’altro progetto è di tipo genetico: si stanno testando alcuni strumenti avveniristici per ridurre i tempi dello screening genetico e identificare mutazioni specifiche che potrebbero sfuggire a esami di routine. L’ospedale ha anche una ricca Biobanca, certificata Iso per quanto riguarda l’archiviazione dei campioni biologici.

Benzina per la ricerca

Un fervore scientifico testimoniato dai finanziamenti per la ricerca: “Nel 2022 – ricorda Onetti Muda – ammontavano a 28 mln di euro, saliti a ben 50 mln nei primi mesi del 2023 grazie ai progetti del Pnrr. Questo evidenzia la qualità dei nostri ricercatori in tutti i settori della pediatria”.

AI e Big data

“I Big data sono la conseguenza dell’innovazione tecnologica degli ultimi anni: i nuovi macchinari ci consentono di trovare alterazioni nel nostro genoma che altrimenti sarebbero passate sottotraccia, ma per utilizzare questa mole di dati grezzi in un tempo utile è fondamentale l’intelligenza artificiale. Tutto questo è affascinante, ma resta il problema della privacy. Ci troviamo di fronte a una dicotomia: da una parte – riflette – come ricercatori siamo spinti a fare rete, dall’altro è sempre più difficile condividere i dati che produciamo. Ecco perché è cruciale nei prossimi mesi trovare una mediazione virtuosa tra la condivisione dei dati medici e il giusto rispetto della privacy dei nostri pazienti. In questo senso, forse, l’AI ci può aiutare, con l’anonimizzazione delle informazioni in modo sicuro. Ma è una sfida che tutti i ricercatori stanno affrontando”.

Fuga di cervelli

L’Italia fa i conti ormai da anni con la ‘fuga dei cervelli’. Nel gruppo dell’Irccs del Gianicolo ci sono anche giovani talenti estremamente promettenti, fra cui Arianna De Matteis, entrata nella lista dei 40Under40 2023 di Fortune Italia. “La stabilizzazione dei ricercatori li fidelizza rispetto alla propria istituzione, ma deve conciliarsi con la sostenibilità. Una delle strategie è attivare rapporti di collaborazione con il mondo dell’università, in modo che i ricercatori – indipendentemente dal fatto che siano incaricati nell’ateneo e possano collaborare con gli Irccs o viceversa – vivano meno precarietà. Questo contrasta la fuga dei cervelli. Se l’occasione non c’è, i giovani vanno all’estero ed è una perdita per tutti. Nel 2013, quando sono stato nominato rettore, sono andato in Spagna e ho parlato con il rettore dell’Università di Navarra. Lui mi ha suggerito due cose fondamentali: far entrare le persone giuste e fidelizzarle, tutto il resto viene dopo”.

Ma allora quali sono le caratteristiche essenziali oggi per un ricercatore? “Avere una ‘inquisitive mind’, una mente che si faccia domande e, subito dopo, avere ben chiara cos’è l’etica della ricerca. Ovvero integrità morale e rigore metodologico”, evidenzia Onetti Muda, che ricorda ancora le lezioni del suo maestro: il professor Vittorio Marinozzi della Sapienza, “la persona grazie alla quale oggi sono qui e che rimarrà sempre un faro per me”. Perché per ottenere risultati “abbiamo bisogno di buoni maestri”.

Se dovesse dare un consiglio a un giovane alle prese con la scelta della carriera universitaria, Onetti Muda non ha dubbi: “I maestri sono anche quelli che abbiamo a scuola. Educare viene da educere, tirare fuori la capacità del singolo, fargli capire quali talenti ha. A un giovane alle prese col futuro chiederei di riflettere sulle sue aspirazioni e i suoi talenti, e poi di mettersi in gioco davvero”.

*Andrea Onetti Muda. Professore ordinario di Anatomia patologica, è incardinato all’Università Campus Bio-Medico di Roma dal 2007, ed è contestualmente Responsabile dell’Unità operativa complessa di Anatomia patologica presso il Policlinico universitario e direttore dell’omonima Scuola di specializzazione.
A novembre del 2017 trasferisce la propria attività assistenziale presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in qualità di direttore del Dipartimento di Medicina Diagnostica e di Laboratorio. Da gennaio 2023 viene nominato direttore scientifico dell’ospedale. Autore di oltre 170 lavori scientifici su riviste internazionali, svolge attività di ricerca in diversi campi dell’Anatomia patologica, con particolare interesse nell’ambito delle malattie congenite e immunomediate del rene e del fegato.

 

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