Hta chiave per il futuro della sanità, Sihta a congresso

Sihta Mennini
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Farmaci, dispositivi, test, procedure mediche e chirurgiche, tecniche di riabilitazione: sono molteplici le tecnologie sanitarie oggetto di valutazione, un processo ‘chiave’ per assicurarne l’efficacia insieme alla sostenibilità del sistema. Proprio il presente e il futuro dell’Hta (Health Technology Assessment) – un processo multidisciplinare che utilizza metodi espliciti per determinare il valore di una tecnologia sanitaria in diverse fasi del suo ciclo di vita e in relazione al suo contesto di utilizzo – è al centro del XVI Congresso Nazionale della Società italiana di Health Technology Assessment, Sihta, al via oggi a Roma.

“Nel corso del Congresso – ha spiegato Francesco Saverio Mennini, presidente Sihta – approfondiremo anche con workshop specifici, sessioni plenarie dedicate in modo trasversale e multidisciplinare il tema della programmazione. Quanto fatto sino ad oggi, anche grazie al fattivo contributo della Sihta all’interno delle varie iniziative nazionali e regionali, ha determinato un rafforzamento del ruolo dell’Hta all’interno del processo decisionale. Ma ancora nuove sfide caratterizzano il percorso dell’Hta nel nostro Paese. Una delle più importanti è sicuramente legato alla programmazione, che rappresenta uno strumento fondamentale al fine di far funzionare il sistema di assistenza sanitaria”.

Ma in concreto quali sono i vantaggi dell’Hta? “L’utilizzo adeguato dei processi di Hta in Italia – dice a Fortune Italia Mennini – permetterebbe di massimizzare i benefici sanitari e minimizzare la spesa, effettuare un benchmark tra crescita marginale nell’assistenza sanitaria e costi incrementali e, infine, indirizzare le politiche sanitarie utili per la promozione dell’efficienza economica ad ogni livello dei decisori dal punto di vista macro (policy maker) a quello micro (fornitori)”.

Non è solo una questione di procedure, ma anche di competenze. Un’azienda “non è né migliore né peggiore di chi ci lavora dentro – aggiunge Giandomenico Nollo, vicepresidente Sihta – In senso ampio significa che dobbiamo perseguire la qualità e la competenza dei professionisti, di ogni professionista, per ottenere la migliore prestazione del sistema. Serve attenzione per la gestione di queste importanti risorse ed è necessario comprendere i cambiamenti culturali e sociali, studiare le dinamiche dei luoghi di lavoro, le performance dei gruppi, la capacità di adattamento ai cambiamenti interni al sistema e quelli esterni”.

Per Nollo alla sanità italiana “serve una programmazione attenta non solo in termini numerici, ma in specifiche competenze, non più solo medico infermieristiche. Serve infatti multidisciplinarità commistione di ruoli e saperi, perché alla complessità di sistema si deve rispondere con competenze specifiche per cui ognuno possa fare il proprio lavoro al meglio, liberando risorse e portando nuova conoscenza dentro i luoghi di lavoro. Per gestire tecnologie sempre più avanzate e precise servono quindi professionalità specifiche”. Anche la comunità accademica è invitata a rinnovarsi.

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