Animali domestici, tra salute e impatto della crisi economica

cani e gatti

“Principi Attivi”, il ciclo di incontri ideato da Boehringer Ingleheim per discutere con i protagonisti le priorità dell’ecosistema sanitario, ha dedicato il suo secondo incontro al tema “Sistema Salute. Dal benessere degli animali alla salute dell’uomo: appunti per un approccio integrato”.

Un tema prioritario, anche vista la diffusione degli animali domestici nelle case degli italiani che, per numero assoluto è al primo posto in Europa, avendo di recente scavalcato anche la Francia. Sono ben 65 milioni gli animali da compagnia nel nostro Paese e gli italiani non si fanno mancare proprio nulla, tra pesci, uccellini, tartarughe, conigli, ratti e rettili, anche se la parte del leone la fanno ancora cani e gatti con ben 19 milioni di presenze.

Oggi, un italiano su tre (32,7%) ha uno o più animali domestici, anche se c’è stata una diminuzione di 5 punti percentuali rispetto al 2022 e di 7,5 rispetto al 2021. La piaga del randagismo, che si traduce in 71.000 cani abbandonati ogni anno, all’epoca della pandemia poi ha fatto segnare un +43%. Colpa della crisi economica, del costo della vita e di quello dei farmaci.

Ma anche chi non pensa proprio di separarsi da Fido o dal gatto, in molti casi ha dovuto rinunciare alle visite dal veterinario, per non parlare dei gadget, vestitini e dog-sitter. Mantenere un animale e farlo per bene è insomma sempre più gravoso e può arrivare a comportare una spesa di 1000-1500 euro l’anno (ma il 4,4%, secondo un sondaggio Eurispes, spende più di 300 euro al mese). Tuttavia molte persone anziane o famiglie mono-genitoriali sono state costrette a tagliare le spese per il proprio pet. E spesso la scure si abbatte anche sui costi delle visite dal veterinario, interventi chirurgici costosi, sui farmaci e sul cibo.

“Ma tutto questo rappresenta qualcosa sul quale operare una profonda riflessione – afferma Morena Sangiovanni, presidente di Boehringer Ingelheim Italia – visto che il 42% delle famiglie che ospita un animale ha in casa un bambino, un anziano o una persona fragile. E la salute degli animali domestici è in stretta connessione con quella delle persone che li ospitano”.

Il tema è ovviamente quello della One Health, la salute unica che racchiude in un unico abbraccio la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Un concetto in rapida evoluzione, che propone criticità emergenti, anche legate ai cambiamenti climatici. “Il numero crescente di insetti e parassiti – prosegue la Sangiovanni – espone a rischio gli animali e le famiglie che li ospitano. È dunque necessario facilitare l’accesso delle persone agli strumenti di prevenzione e cura degli animali, creando nuovi canali di distribuzione degli anti-parassitari ad esempio, come prevede anche il nuovo regolamento Ue 2019/16 sui farmaci veterinari, al quale è stato dato l’Ok dalla X Commissione del Senato e dalla XII della Camera”.

Morena Sangiovanni

Il regolamento promuove un uso più consapevole dei medicinali veterinari, la semplificazione e la riduzione degli oneri amministrativi, il rafforzamento del mercato interno e una maggiore disponibilità di medicinali veterinari, con l’obiettivo di garantire al tempo stesso il massimo livello di protezione della salute pubblica, della sanità animale e dell’ambiente.

“Chi non sottopone a prevenzione gli animali domestici, mette a repentaglio anche la propria salute – ricorda Marco Melosi, presidente dell’Anmvi, Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani – anche perché i cani hanno fatto ormai il ‘triplice salto’ passando dal giardino alla casa, sedendosi sul divano o addirittura entrando nel letto (il 42% degli italiani ammette di farlo). Ma più la convivenza è stretta, maggiore deve essere il livello di attenzione. E dunque: prevenzione vaccinale, lotta agli ecto-parassiti, lotta agli insetto-vettori (in aumento a causa dei cambiamenti climatici). Mantenere in salute gli animali, significa insomma proteggere l’uomo”.

Purtroppo, come è noto, la crisi economica porta a tagliare anche le spese per la salute ‘umana’, a cominciare dalle cure odontoiatriche. E nemmeno quella animale è dunque immune da questi tagli. Ma la compagnia di un animale soprattutto per una persona sola e anziana è di importanza fondamentale. Ecco dunque che da più parti si cominciano ad invocare interventi fiscali.

“A fronte di una spesa intorno ai 1.500 euro l’anno per mantenere un animale domestico – ricorda Gabriele Sepio, avvocato esperto di economia sociale – al momento è prevista una detrazione di appena 80 euro. Ma una prima visita dal veterinario costa già 20-90 euro e i mangimi speciali ad esempio non rientrano nelle spese detraibili. Per non parlare dell’IVA al 22% sui prodotti veterinari, trattati come un genere di lusso. Tutto questo andrebbe dunque adeguato: l’IVA andrebbe portata al 4%, andrebbe introdotta una defiscalizzazione per le spese veterinarie per gli over 65 e introdotta una norma di donazione anche per farmaci ad uso animale per finalità sociali”.

“Un altro punto da rivedere – incalza Carlo Maccari, segretario della XII Commissione Affari Sociali della Camera – è infatti che la donazione di farmaci veterinari non è regolamentata. Eppure sarebbe auspicabile un recupero circolare dei farmaci non utilizzati (ma ben conservati) per essere donati a canili e gattili, come anche la possibilità di fare donazioni in condizioni quali le recenti inondazioni in Emilia Romagna”.

“Manca anche una connessione tra medici, veterinari e farmaci sulle necessità di cura e prevenzione – ricorda Ylenia Zambito, segretario della 10° Commissione Affari Sociali, Sanità del Senato – Medici e pediatri spesso non chiedono se si hanno animali in casa, così come anche il veterinario non chiede se tra i componenti della famiglia ci sono allergie o malattie”.

“Bisogna insomma – afferma Walter Marrocco – responsabile scientifico Fondazione Fimmg – migliorare la comunicazione e l’approccio olistico alla persona e all’ambiente nel quale vive, uscendo decisamente dall’approccio monosettoriale”.

Novità in vista anche sul fronte dei canali di distribuzione. “Il Dl sui farmaci veterinari – ricorda la senatrice Zambito – ha trovato il pieno accordo di Camera e Senato sul fatto che gli antiparassitari senza obbligo di ricetta possano essere venduti anche al di fuori delle farmacie, per favorirne l’accesso”.

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