Vaccini in farmacia, nel Lazio il progetto pilota per ampliare l’accesso

Gli italiani si fidano del farmacista molto più degli altri cittadini europei: portare i vaccini in farmacia può dunque rappresentare una soluzione vincente per favorire il raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale. Un tema quanto mai attuale, sul quale istituzioni, associazioni di categoria, medici e farmacisti si sono confrontati in occasione del convegno ‘La vaccinazione in farmacia’, promosso da Fortune Italia in collaborazione con Federfarma Lazio e con il patrocinio del Consiglio regionale del Lazio. 

Ospitato a Roma dalla Sala Latini del Consiglio regionale, l’incontro – moderato da Margherita Lopes di Fortune Italia – ha illustrato il progetto di coinvolgere nell’iniziativa le 1.780 farmacie della Regione, con ipotesi concrete sulla scelta dei vaccini da includere nel progetto.

“Stiamo lavorando a un accordo con la Regione Lazio per cercare di recepire sia le buone pratiche già adottate da altre Regioni, sia pratiche innovative che facilitino l’accesso dei cittadini alle vaccinazioni ritenute oggi fondamentali. Penso al vaccino antipneumococcico rivolto alla popolazione anziana, al vaccino contro il Papillomavirus e  a quello contro l’Herpes zoster”, ha dichiarato Eugenio Leopardi, presidente di Federfarma Lazio. 

Dalla fine del 2023 proprio nel Lazio partità un progetto volto ad ampliare l’accesso ai vaccini in farmacia.  “La prevenzione vaccinale è una risorsa per la salute dei cittadini e uno strumento per abbattere i costi del Sistema sanitario nazionale – ha chiarito Antonio Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio – La nostra Regione darà a tutti la possibilità di usufruirne ‘sotto casa’. Serve una sinergia tra le varie parti coinvolte nella sanità: è un compito complesso, ma certamente così importante da non poter essere ulteriormente rimandato”. Un messaggio, quello sui benefici della prevenzione vaccinale, che Aurigemma intende portare anche nelle scuole, attraverso messaggi mirati e su misura per i ragazzi.

La strada del coinvolgimento delle farmacie nella somministrazione dei vaccini è d’altronde già stata battuta durante Covid-19 e consentirebbe di contrastare la cosiddetta ‘stanchezza’ che ha contraddistinto le fasi successive alla pandemia.

“Il numero delle vaccinazioni al momento è a mio avviso ancora insufficiente – ha sottolineato Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute – Per questo motivo, lo scorso 3 novembre ho emanato una prima circolare per invitare le Regioni ad aumentare l’impegno sul piano della comunicazione e dell’organizzazione. È stupido – ha detto con forza – non utilizzare tutti i setting territoriali per la prevenzione vaccinale, a partire dalla farmacia. Il vaccino deve essere visto come farmaco di prossimità, immediatamente fruibile dal cittadino”.

L’auspicio di Vaia è che finalmente la vaccinazione si trasformi “da atto medico, come previsto dal regio decreto del 1934 ancora in vigore, in atto sanitario”. Vaia ha quindi firmato ‘in diretta’ una nuova circolare, anche questa indirizzata a tutte le Regioni, contenente l’invito a estendere la vaccinazione nelle strutture ospedaliere, a supporto delle persone più fragili.

La soluzione dei vaccini in farmacia, d’altro canto, poggia su basi solide: la fiducia riposta dai cittadini italiani nella figura del farmacista, una fiducia accresciuta dal ruolo ricoperto durante la pandemia, quando le farmacie sono rimaste sempre aperte, costituendo un importante presidio per i territori. I nostri connazionali sono inoltre tra i più favorevoli in Europa all’idea di vaccinarsi in farmacia.

Una soluzione caldeggiata anche da Roberto Ieraci, vaccinologo e ricercatore del Cnr, secondo il quale è fondamentale usufruire di questa possibilità. Una posizione condivisa da Elio Rosati, segretario di Cittadinanzattiva Lazio.

“Il coinvolgimento dei farmacisti nell’attività di prevenzione vaccinale risponde all’esigenza di garantire ai cittadini maggiore prossimità, facilità di accesso e informazione sulla vaccinazione, elementi essenziali per aumentare l’adesione a questo importante strumento di protezione della salute individuale e collettiva”, ha precisato Andrea Mandelli, presidente della Federazione ordini dei farmacisti (Fofi). “I farmacisti sono pronti ad ampliare il loro apporto nella somministrazione dei vaccini, da questto per l’Herpes zoster, allo pneumococco, all’HPV, per raggiungere gli obiettivi di copertura stabiliti dalle autorità sanitarie per le diverse categorie e fasce d’età. I farmacisti di comunità – conclude Mandelli –  rappresentano il primo presidio sanitario per i cittadini e come tali ricoprono un ruolo di primo piano nelle reti per la prevenzione sul territorio. Siamo pronti”.

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