Proprio non piace ai ‘camici bianchi’ la misura sulle pensioni dei sanitari prevista in Manovra. “Questa Federazione si aspetta la soppressione della norma, che incide fortemente sul rendimento della quota retributiva della Cassa pensione sanitari, e contrasta con il dovuto riconoscimento ai medici che” in pandemia hanno sacrificato “il loro tempo, la loro salute e financo la propria vita”. A ribadirlo con forza il segretario della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Roberto Monaco, ascoltato sulla Manovra, presso le Commissioni congiunte Bilancio.
Una posizione già espressa dalla Fnomceo. Proprio l’ostilità alla norma sulle pensioni ha portato Anaao Assomed e Cimo Fesmed a proclamare 24 ore di sciopero il 5 dicembre. Ma Monaco non pensa solo alle pensioni dei medici: un tema forte è quello del rilancio di una professione che ha perso smalto. Ma che resta fondamentale per il Ssn, in affanno.
In pandemia sono morti 380 medici. “Non ci piaceva essere definiti eroi ma, allora come oggi, rivendichiamo il rispetto della nostra dignità professionale e del nostro lavoro”, ha detto Monaco. “Serve, anzi, un segnale in più per proseguire in quel percorso virtuoso intrapreso dal ministro della Salute Orazio Schillaci volto a valorizzare i professionisti e ad aumentare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale”.
Non solo critiche
Fnomceo apprezza l’impegno del Governo volto ad aumentare i fondi destinati al Servizio sanitario nazionale, ad abbattere le liste di attesa, a contrastare la carenza di personale, riconoscendo che “i fondi stanziati a per il rinnovo dei contratti di lavoro del personale sanitario, dipendente e convenzionato sono un primo passo per invertire una tendenza che aveva visto sinora allocare gli investimenti in sanità, attraverso il Pnrr, prevalentemente sulle strutture e sulle infrastrutture del Servizio sanitario nazionale”.
Ma occorre investire di più
Tuttavia i 2,4 miliardi previsti per il personale sono “destinati a finanziare non solo il contratto della dirigenza medica e sanitaria, dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali, ma anche quelli dell’intero comparto sanità. Il che rende ad esempio lo stanziamento per i medici e dirigenti sanitari di poco superiore a quello del contratto appena concluso e molto al di sotto (10%) del tasso inflattivo”.
La norma contesta riguarderebbe 50mila medici, causando un taglio sino a un quarto dell’assegno pensionistico. E potrebbe avere ripercussioni pesanti sul Servizio sanitario nazionale, per l’abbandono in massa degli almeno 6000 medici ospedalieri che hanno già maturato i requisiti per l’uscita dal lavoro.
Il maximendamento
Monaco valuta positivamente le aperture del Governo “volte a trovare una soluzione concreta su una questione complessa, tramite la presentazione di un maxiemendamento che dia risposte reali ai professionisti”. Una soluzione che, per la Fnomceo, potrebbe essere “l’occasione giusta per rilanciare il Servizio sanitario nazionale.
In che modo? “Auspichiamo che il Governo e il Parlamento – ha proposto Monaco – all’interno del disegno di legge di bilancio, possano adoperarsi per dedicare ulteriori risorse a sostenere l’offerta di assistenza sanitaria, il potenziamento degli ospedali e della medicina territoriale, il costo dell’assistenza domiciliare, la riduzione delle liste d’attesa, la realizzazione delle case di comunità e per finanziare ulteriori strumenti incentivanti per i professionisti della sanità. Questi sono risultati che riteniamo possano essere raggiunti attraverso il coinvolgimento della professione tutta”.
Le priorità
Tra le priorità sottolineate dal segretario Fnomceo, lo sblocco del turnover, con un incremento e un ricambio generazionale del personale ospedaliero, l’aumento dei medici convenzionati sul territorio. Riguardo agli ospedali, “riteniamo prioritario eliminare il tetto di spesa per il personale”. Fnomceo chiede “un piano straordinario di assunzioni da parte del ministero della Salute, che incentivi innanzitutto nuovi ingressi dei giovani”.
“Sono necessarie almeno diecimila assunzioni già dal 2024 – ha sottolineato Monaco -Bisogna rendere attrattivo il nostro Ssn, attraverso un intervento di sostegno ai professionisti, in maniera sistemica e globale. È necessario intervenire sia sul piano economico, sia su quello delle condizioni di lavoro”. Occorre agire subito – e in modo mirato – se non vogliamo trovarci di fronte a una desertificazione degli operatori.