Stress, l’effetto telequiz e il segreto negli occhi

Vi sentite nervosi? Lo stress domina la vostra attività e non riuscite a trovare soluzioni che possano darvi pace? Provate a vedere se, quanto e come ammiccate. Perché l’occhio, o meglio i movimenti delle palpebre, possono davvero diventare la spia dell’anima. E sono in grado di svelare se e quanto le puntate di tensione emotiva governano la nostra giornata lavorativa e non solo.

Attenzione però. Il termine di paragone per valutare se, come e quanto siamo psicologicamente tesi (e di conseguenza anche quanto e come possiamo riverberare il malessere sull’organismo) può diventare il telequiz. Perché proprio analizzando comportamento e modelli di battito palpebrale dei concorrenti ad uno dei classici giochi che prevedono risposte immediate sul piccolo schermo si possono avere informazioni utilissime per studiare i meccanismi di risposta soggettiva allo stress. 

“L’accendiamo?” verrebbe da dire. Se ricordate il classico film di Bollywood che raccontava la vicenda di un giovane capace di ripercorrere la sua vita attraverso le risposte multiple di un gioco televisivo, capirete come e quanto stare nello studio a rispondere riproponga una “seduta” psicologicamente impegnativa sul fronte delle neuroscienze. E proprio questo è stato il percorso di una ricerca apparsa su ‘Psychophysiology’, che ha puntato l’attenzione degli scienziati dell’Università dell’Arizona guidati da Robert Wilson e Skyler Wyly (ora all’Università Duke) su un programma televisivo del Regno Unito: Mastermind.

Perché se è a vero che la tv è lo specchio della vita, è innegabile che proprio negli studi si consumino vere e proprio “cascate” di cortisolo ed altri ormoni dello stress “misurabili” anche attraverso l’ammiccamento. Lo studio televisivo, insomma, diventa una sorta di laboratorio di neuroscienze, con i segnali del video che offrono informazioni fisiologiche. Nel programma i concorrenti rispondono ad una salva di domande sotto la luce dei riflettori mentre una telecamera ingrandisce lentamente i loro volti. Le luci intense e il lavoro lento della telecamera rendono facile identificare i battiti delle palpebre. Se si aggiunge la tensione di ritrovarsi in tv, ecco l’esperimento di neuroscienze perfettamente riprodotto. 

Ed allora? Allora si studia bene l’ammiccamento. E se prendiamo per buona l’ipotesi secondo cui quanto più gli esseri umani sono stressati, tanto più sbattono le palpebre, ecco che il laboratorio si trasferisce sotto le telecamere. 

I ricercatori hanno analizzato 25 episodi di due stagioni del game show per raccogliere dati da 100 concorrenti. Un team di quasi 60 assistenti di ricerca ha segnato l’inizio e la fine di ogni domanda e ogni risposta data dai concorrenti, così come il tempo di ogni battito di ciglia. Così si sono ottenute circa 100.000 rilevazioni, confrontate poi con quanto osservato in laboratorio.

Cosa emerge? L’ammiccamento diventa la “punteggiatura” del nostro pensiero. E più siamo agitati, più il movimento palpebrale arriva a dominare fino a riprodursi costantemente. Tanto da diventare possibile indice di stress. perché si mette un segno di interiezione spessissimo quando siamo stressati. Come in un telequiz, alla domanda, al ragionamento, alla risposta.

Lo stress di “Mastermind” era evidente anche nell’ammiccamento dei concorrenti, con una frequenza di ammiccamento quasi doppia rispetto ai soliti 20 ammiccamenti al minuto di una persona a riposo. Ad ammiccare di più sarebbero anziani e donne, rispetto agli uomini giovani.

Ma alla fine, dallo studio emerge che guardare gli occhi ci offre un dato percettivo sullo stress di chi abbiamo davanti. Anche attraverso una videochiamata o una conferenza a distanza. Più o meno, se ci si gioca il futuro, come avviene in un telequiz. In attesa che le moderne tecniche di visione artificiale ricostruiscano la psicofisiologia umana. Ma, per questo, ci vorrà ancora tempo…..

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