Il futuro di Holostem (e della terapia per i bimbi farfalla)

ricerca malattie rare

La notizia attesa dal mondo chi si occupa di ricerca sulle malattie rare è finalmente arrivata: Holostem, azienda biotech con sede a Modena impegnata nello sviluppo di terapie avanzate e per dare una speranza ai piccoli pazienti con epidermolisi bollosa – la patologia genetica dei ‘bambini farfalla’ – non chiuderà i battenti.

A chiarirlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo al Question time alla Camera. “Ho dato oggi il via libera all’acquisizione della società da parte della Fondazione Enea Tech – ha chiarito Urso – subordinando la stessa a tre inderogabili condizioni, volte a garantire l’immediato ingresso nella Holostem di un adeguato e qualificato management; l’elaborazione di un piano industriale entro 6 mesi dall’acquisizione, che evidenzi chiaramente le strategie volte al contenimento dei costi e all’incremento del fatturato aziendale. E, in terzo luogo, l’impegno della società a ricercare investitori privati e partner industriali, finalizzandone l’ingresso nella compagine societaria entro un congruo termine dall’acquisizione e avvalendosi del supporto di Invitalia”.

La mobilitazione

Holostem è uno spin off universitario nato nel 2008 e ospitato dal Centro di Medicina Rigenerativa (CMR) dell’Università di Modena e Reggio Emilia e animato da ricercatori di fama mondiale come Michele De Luca e Graziella Pellegrini. Nei giorni scorsi, ricorda Adnkronos Salute, era scattata una mobilitazione per fermare il conto alla rovescia che avrebbe portato entro fine mese alla  liquidazione della struttura e alla fine delle ricerche portate avanti da Holostem.

A scendere in campo per la struttura anche Francesca Ceradini, direttrice scientifica di Osservatorio Terapie Avanzate: “Senza una soluzione rapida ed efficace – aveva detto – a farne le spese saranno prima di tutto i pazienti che, da anni, traggono enormi vantaggi da Holoclar, la prima terapia a base di cellule staminali ad essere stata approvata in Europa (2015) e che consente in molti di casi di recuperare la vista a chi ha subito danni oculari gravi a causa di ustioni. Inoltre, i cosiddetti ‘bambini farfalla’, affetti da epidermolisi bollosa, vedrebbero svanire nel nulla lo sviluppo clinico di una terapia genica attualmente in fase avanzata di sperimentazione proprio in Holostem. Lasciare che questo centro di eccellenza, punto di riferimento nel panorama europeo, chiuda sarebbe un passo indietro enorme nel campo delle terapie avanzate in Italia, una resa di fronte ad un problema economico e organizzativo, che esiste senza dubbio, ma che può e deve trovare almeno una soluzione temporanea e ‘salvavita’”.

Le tappe della vicenda

A ricostruire la vicenda è stato lo stesso Urso: “Il gruppo Chiesi, che” nel 2022 “ha registrato un fatturato di 2,7 miliardi di euro, ha ritenuto di assumere il 30 novembre dello scorso anno la decisione di mettere in liquidazione la società, ritenendola evidentemente non sostenibile alla luce di una perdita annuale media negli ultimi anni pari a 8,3 milioni”.

La società “ha optato per la manifestazione di interesse formalizzata ad aprile del 2023 da un soggetto pubblico, la Fondazione Enea Tech e Biomedical, ritenuta competitiva rispetto alle altre proposte ricevute. Tale Fondazione, va però detto, nei suoi circa 4 anni di vita non ha sviluppato uno specifico know-how sulla valorizzazione industriale e commerciale della ricerca farmaceutica e, anzi, a oggi non ha dato corso ad alcun progetto”. Si arriva così alla soluzione avviata e annunciata oggi, e alle tre inderogabili condizioni elencate dal Mimit. Una soluzione che dovrà essere “compatibile col regime sugli aiuti di Stato”, ha precisato il ministro. Non mancano i paletti, ma certo le parole di Urso fanno tirare un sospiro di sollievo al mondo della ricerca sulle malattie rare.

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