Disabilità e innovazione: Frida e Amèlie, il corsetto tech e il software che ‘legge gli occhi’

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Paura, blocchi emotivi, pessimismo. Gli italiani di fronte alla disabilità hanno ancora oggi un atteggiamento diverso rispetto a chi vive sulla propria pelle questa condizione. Ma anche rispetto ai giovani protagonisti dell’edizione 2023 di Make to Care, il contest di Sanofi che premia l‘innovazione al servizio di chi ha una disabilità e che, negli anni, ha visto oltre 600 progetti candidati e 14 vincitori.

Iniziamo col dire che quest’anno i progetti arrivati in finale erano tutti bellissimi (nella foto i finalisti e le due vincitrici), ma anche che ad aggiudicarsi il massimo dei voti della giuria – guidata dal presidente del Coni Giovanni Malagò – sono stati due progetti dal nome di donna: Frida e Amélie. Si tratta, rispettivamente, di uno speciale corsetto hi-tech, fashion e personalizzabile per la cura della scoliosi negli adolescenti e di un software che permette alle bimbe con Sindrome di Rett di comunicare attraverso il movimento dei loro occhi.

I vincitori

“La scoliosi coinvolge 480 mln di persone nel mondo e nell’80% gli adolescenti”, ha ricordato la siciliana Yasmine Granata, designer di prodotto che – dopo un’adolescenza trascorsa indossando per 23 ore al giorno un corsetto – una volta laureta al Politecnico di Milano ha ideato e sviluppato una nuova tipologia di dispositivo per correggere la scoliosi, coinvolgendo esperti e officine ortopediche. Questo corsetto tech, leggero e bellissimo, ispirato nel nome a Frida Kahlo e alla sua opera ‘La colonna rotta’, promette di cambiare la vita dei giovanissimi cui viene prescritto un trattamento ortesico.

Ma come funziona? Grazie al suo tessuto brevettato, più traspirante e leggero, e ai dettagli intercambiabili, il corsetto diventa dunque un accessorio di moda. Il dispositivo intelligente si “attiva” grazie ad elettrodi posizionati e a pad di spinta automatizzati che permettono di potenziare la muscolatura paravertebrale, anche in assenza di ginnastica correttiva: un sistema che può essere anche controllato da remoto dal medico ortopedico per monitorare l’utilizzo da parte del paziente e favorire una correzione graduale della curva scoliotica. Il corsetto, che ha già due brevetti e verrà industrializzato, sembra un’opera di design e ha vinto finora numerosi premi.

Yasmine Granata presenta Frida (a destra)

Amélie – Eye tracking Suite,presentato dalla pedagogista Samantha Giannatiempo, èinvece  il risultato della collaborazione tra il centro Airett di Verona e un’équipe di terapisti e ingegneri specializzati nella Sindrome di Rett, una malattia rara che colpisce soprattutto le bambine, che perdono progressivamente capacità linguistiche e motorie. Obiettivo, restituire a queste ‘bimbe dagli occhi belli’ la possibilità di comunicare – e giocare – muovendo esclusivamente i loro occhi. Il tutto grazie a un software che collega computer, smartphone e una piattaforma online, pensato per la supervisione a distanza da parte dei terapisti e la raccolta dati scientifica.

Un gioco per i bambini con stomia

A colpire Fortune Italia anche StomyCraft, una soluzione innovativa pensata da Fais Odv  (Federazione associazioni incontinenti e stomizzati) per informare e supportare, attraverso la gamification, i bambini stomizzati. Il progetto è una personalizzazione del celeberrimo gioco Minecrapt, che aiuta i bambini a gestire, anche a tavola, la propria condizione e la gestione del sacchetto per la stomia. Non solo un videogioco: è stato realizzato un elemento in 3D in grado di rendere un personaggio Lego speciale e dotato di sacchetto per la stomia.

Il progetto di Fais Odv

Il potere dell’innovazione

“Make to Care – ha commentato Marcello Cattani, presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia e Malta – è un progetto di cui andiamo molto fieri perché nel corso degli anni ci ha permesso di creare ponti talvolta inaspettati tra innovazione e bisogno disatteso di chi vive una disabilità. Anche attraverso questo progetto diamo il nostro contributo allo sviluppo di una cultura dell’inclusione delle disabilità, diamo voce a idee davvero rivoluzionarie, restituendo dignità al paziente, non solo beneficiario, ma anche parte attiva del percorso di innovazione”.

Nato dalla collaborazione con Maker Faire Rome – The European Edition, Make to Care ha  raccolto negli anni centinaia di progetti.

Gli italiani e la disabilità

Quattro italiani su 5 hanno esperienza diretta o indiretta con la disabilità. Eppure, c’è ancora disagio – nel 50% dei casi – di fronte a chi vive questa condizione. C’è poi uno sfasamento tra il nostro pensiero sulle opportunità delle persone con disabilità rispetto a come si percepiscono loro: ovvero integrate e con buone prospettive di inclusione sotto molti aspetti.

Ma su una cosa non ci sono dubbi: la tecnologia e l’innovazione sono la via per rispondere alle sfide della disabilità. L’indagine condotta da SWG su un campione di mille italiani fa riflettere sulle criticità, ma anche sulle opportunità che le idee di studenti, designer e start up possano tradursi in soluzioni in grado di cambiare concretamente le prospettive quotidiane di chi vive la disabilità.

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