Cattani (Farmindustria): “Serve un’Agenzia per la salute digitale”

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La medicina è sempre più tech e l’innovazione sta cambiando le regole del gioco. Sono in arrivo nuove soluzioni come le digital therapeutics e il rischio è che il Paese si ritrovi impastoiato dalla burocrazia, e finisca per muoversi a velocità diverse. Ecco allora che, secondo il numero uno di Farmindustria, “serve una scelta forte a livello politico: dovremmo avere per rango, importanza e autonomia decisionale una Agenzia per la salute digitale che – dice Marcello Cattani – si occupi anche di digital therapeutics”.

Per il presidente di Farmindustria il digitale è centrale per la salute di domani. “Occorre un’Agenzia che dia una direzione strategica, con risorse e regole precise”. Ma, come dice a Fortune Italia nel corso di un incontro con la stampa di settore, per Cattani ad assolvere a questo compito non potrà essere la nuova Aifa, “fortemente sottodimensionata” rispetto ad altre Agenzie nazionali europee. E nemmeno l’Agenas, che pure si sta occupando della digitalizzazione in sanità. “L’Agenas ha una missione – è il ragionamento di Cattani – è l’Agenzia per i servizi sanitari regionali”. Serve una struttura nuova, con competenze mirate e dedicata specificamente alla salute digitale.

Le sfide

Anche perchè su questo fronte non mancano le sfide: “C’è il tema della privacy: la gestione secondaria del dato clinico, che è una fase centrale: dobbiamo diventare un sistema sanitario data driven. Le informazioni personali del singolo devono essere protette, ma il dato deve essere accessibile ai medici. Questo è un blocco. Come il fatto di non avere ancora un fascicolo sanitario elettronico: l’anno prossimo dovrebbe essere l’anno buono”, riflette Cattani. Ma certo siamo in ritardo: l’innovazione corre, e rischiamo di essere travolti.

Le competenze

Per questo mondo in rapida evoluzione, alle imprese occorrono “competenze evolute”, di tipo regolatorio, farmacoeconomico e tecnico che sfociano negli ingegneri di processo, nei tecnologi e nei laureati Stem che ci contendiamo con altri settori. Il livello di digitalizzione spinto, la realtà aumentata e l’AI richiedono queste competenze”, conclude il presidente di Farmindustria. Non solo nelle imprese, aggiungiamo noi, ma anche nelle Agenzie che dovranno occuparsi di gestire e valutare questa ondata di innovazione digitale in sanità.

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