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L’anno più caldo di sempre (e i rischi di non fare nulla)

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Ormai gli esperti non hanno dubbi: il 2023 sarà l’anno più caldo della storia. L’annuncio di Copernicus, il servizio europeo di monitoraggio del clima, arriva dopo una serie di mesi caratterizzati da temperature record.

Una serie eccezionale, che quest’annp si è prolungata fino a novembre, sesto mese da record, con una media di 14,22 gradi Celsius sulla superficie terrestre (0,32 gradi più del 2020).

“La media globale del 2023 è la più alta mai registrata – commenta a Fortune Italia Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima) – ben 1,46 °C al di sopra della media preindustriale del 1850-1900. Il fatto è che inondazioni catastrofiche, incendi, ondate di caldo e siccità continueranno – avverte – a meno che non facciamo qualcosa per risolvere la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Si tratta di una direzione obbligatoria per evitare di immettere nuovi gas climalternati e per veder ridursi, lentamente, gli effetti del cambiamento climatico”.

Il rischio è che, altrimenti, tutto questo “porterà danni in termini di salute, biodiversità ma anche dal punto di vista economico: gli Stati dovranno far fronte a ondate di calore, siccità, inondazioni. Ma costa meno investire in prevenzione, che pagare i danni dovuti agli effetti del cambiamento climatico”, sottolinea Miani.

Oltretutto l’aumento delle temperature ha effetti diretti sulla salute umana, aumentando i decessi nel corso delle ondate di calore, ma anche il rischio di malattie trasmesse attraverso acqua, cibo, insetti e parassiti.

Un monito ribadito in passato da Sima, secondo cui il surriscaldamento globale altera l’equilibrio di tutti gli ecosistemi minacciando gli elementi essenziali della vita umana come acqua, aria e cibo, e modifica la frequenza e la distribuzione di molte malattie infettive. Col caldo e grazie alla maggiore umidità proliferano zecche, zanzare e parassiti che diffondono malattie anche gravi come il virus Zika, la febbre dengue e la malaria. Ma a crescere è anche il rischio di malattie idrotrasmesse: piogge intense e alluvioni, eventi direttamente connessi al cambiamento climatico, fanno straripare corsi d’acqua e mandano in tilt le reti fognarie, diffondendo tra la popolazione patogeni che rischiano anche di contaminare la catena alimentare.

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