Parole che curano, Sami Modiano laureato al Campus Bio-Medico

Sami Modiano Campus BioMedico
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Non si è ancora stancato di parlare al cuore dei giovani Sami Modiano, classe 1930, che con decenni di impegno ha contribuito a mantenere viva la memoria dell’Olocausto. Un impegno per la ‘cura’ della memoria e del cuore delle giovani generazioni che è “un inno alla vita”, ed è valso a Sami Modiano, 93 anni, la Laurea honoris Causa in Medicina e Chirurgia per meriti umanitari e sociali dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. A consegnarla, il rettore Eugenio Guglielmelli.

Nato a Rodi, Modiano è un sopravvissuto: era un bambino nel 1938 quando, per effetto delle Leggi razziali, ha vissuto l’espulsione dei bambini ebrei dalle scuole elementari. Dopo l’8 settembre 1943 l’isola viene occupata dai nazisti e nel luglio 1944 inizia la deportazione ad Auschwitz. Sami, il padre e la sorella finiscono nel campo di Birkenau. Il papà Giacobbe e la sorella Lucia muoiono nei primi mesi di prigionia, mentre Sami trova conforto nell’amicizia di un altro giovane prigioniero di Roma, Pietro Terracina. Il 18 gennaio 1945 è il giorno della ‘marcia della morte’ che deve portare i prigionieri da Auschwitz ai campi del Reich. Durante il cammino, Sami crolla esausto e viene lasciato da due prigionieri accanto a un mucchio di cadaveri. Il 27 gennaio viene liberato e curato.

Nel 2005 Modiano torna per la prima volta ad Auschwitz e comincia il suo lavoro di testimone delle vicende  che lo hanno visto protagonista, appena quattordicenne: in quasi vent’anni di testimonianza ha affermato i valori di libertà, rispetto, accoglienza e condivisione alla base di ogni comunità umana.
Per questo il Campus Bio-Medico di Roma, che festeggia il suo trentennale con lo slogan “Radici profonde e sguardo al futuro”, ha voluto riconoscerne l’impatto con la Laurea honoris causa.

Le parole di Modiano

Io sono ancora lì, a Birkenau – ha detto Sami Modiano durante la Lectio magistralis nell’aula magna di via Álvaro del Portillo ai tanti universitari presenti e agli studenti dell’istituto comprensivo Marta Russo di Trigoria – Lì ho perso mia sorella Lucia e mio papà Giacobbe. Non posso dimenticare. Sono uscito da quell’inferno e dopo tanti anni ho capito di avere una missione: raccontare a tutti ciò che è stato, in particolar modo ai giovani”.

“Per tanto tempo mi sono chiesto “perché proprio io? Perché sono sopravvissuto?”. Quella ferita non sarà mai rimarginata, ma ho capito perché vale la pena vivere. Per voi per raccontarvi ciò che è accaduto. Pesavo appena 25 chili, ero uno scheletro – ha ricordato Modiano – Prima di arrivare ad Auschwitz ero stanco, il mio corpo ha ceduto e son caduto. Misi le mani sulla testa, stavo aspettando il colpo di grazia. Sapevo che stavo per morire, ma è successa una cosa incredibile. Due prigionieri ebrei più grandi di me si sono inchinati, mi hanno preso sottobraccio e mi hanno appoggiato su altri cadaveri, ne era pieno lì. Quando mi sono risvegliato i russi erano già arrivati e una dottoressa stava cercando di riscaldarmi”.

Da sinistra: Carlo Tosti e Sami Modiano/Credits: Campus Bio-Medico

Modiano ha ringraziato l’Università Campus Bio-Medico di Roma “per avermi dato ancora una volta la possibilità di parlare di fronte a tanti ragazzi, i vostri studenti universitari ma anche i giovanissimi delle medie presenti oggi, perché quello che ho vissuto resti a lungo nella memoria e non si ripeta mai più. Spero che questo inno alla vita possa essere di ispirazione per i medici di oggi e di domani“.

“Oggi è una giornata speciale per tutti noi che insieme a Sami Modiano possiamo fare memoria di quanto accaduto in passato e imparare da lui a prenderci cura del nostro prossimo – ha commentato il presidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Carlo Tosti – Siamo convinti che il percorso universitario debba offrire ai giovani una formazione integrale che serva a strutturarli come professionisti validi, ma ancor prima come persone di valore. Nel riconoscere a Sami Modiano il grande impegno contro l’odio e le divisioni tra gli uomini e il suo sforzo per affermare i valori del rispetto e dell’accoglienza, siamo certi di aver offerto a tutta la comunità accademica un’altra occasione di confronto e di crescita”.

La laurea
credits Campus Bio-Medico

La motivazione

Gli organi del Campus Bio-Medico di Roma hanno così motivato la proposta al ministero dell’Università di attribuire a Modiano il prestigioso riconoscimento: “Samuel Modiano ha dedicato la sua esistenza a mantenere viva la memoria degli orrori consumati nei campi di concentramento facendo conoscere le atrocità che hanno caratterizzato l’Olocausto. La sua dedizione a questa missione ha promosso nelle giovani generazioni la piena consapevolezza del valore della vita umana e la cultura del rispetto della vita. La promozione della vita e la lotta a tutto quello che può minacciarla e che può essere causa di sofferenza hanno una stretta corrispondenza con il percorso di formazione per la professione medica“.

“Solo maturando una profonda conoscenza di ciò che può causare sofferenza o minacciare la vita di un essere umano si possono sviluppare le competenze che permettono di identificare le cause della sofferenza e di alleviarle, promuovendo la salute come capacità di adattarsi e prosperare secondo le condizioni della nostra vita. Il conferimento della Laurea honoris causa per meriti umanitari e sociali – si legge – rappresenta pertanto un giusto tributo alla straordinaria vita e testimonianza di Sami Modiano, che tanto ci ha insegnato sulla compassione, ma anche sulla straordinaria forza e determinazione che può avere un essere umano. Valori che devono ispirare l’impegno e l’operato di tutti i medici. È inoltre un richiamo ai valori fondativi della comunità sociale quali libertà, rispetto, inclusione, accoglienza e condivisione”.

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