Covid in Italia, grande frenata prima dell’Epifania

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Ancora una volta il virus di Covid-19 ha beffato le previsioni (in particolare quelle più cupe). Le festività di Natale e Capodanno sono trascorse e i contagi sono ancora in frenata, ma soprattutto lo sono i ricoveri, anche quelli in terapia intensiva.

Sarà perchè, dopo diverse stagioni, il virus sta ‘cedendo’ il passo al malanno tipico dell’inverno, ovvero l’influenza. O perchè oggi trova una popolazione con un sistema immunitario ‘allenato’ da vaccini e passati contagi. O anche per le ridotte segnalazioni legate alle feste (ma questo elemento influisce meno sui ricoveri).

In ogni caso, i numeri diffusi da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità e relativi alla settimana dal 28 dicembre al 3 gennaio lasciano tirare un sospiro di sollievo. Resta alto invece il dato dei decessi, un numero “che include anche i dati delle settimane precedenti che non erano stati notificati da parte di alcune Regioni”, come precisa il direttore della Prevenzione del ministero, Francesco Vaia.

“L’andamento epidemiologico – commenta il direttore Vaia – pur risentendo di un inevitabile ritardo del conferimento dei dati da parte delle Regioni, a causa del periodo festivo, si consolida come assolutamente poco impattante sui ricoveri ospedalieri, indicatore certamente oggi più affidabile e significativo, oltre che in un decremento degli indici di contagio e trasmissibilità”. Ma vediamoli questi dati.

I numeri

Sono stati 38.737 i nuovi casi Covid, -5,5% rispetto alla settimana precedente (40.990). In crescita i morti: 371, ovvero +33,0% rispetto alla settimana precedente (279). Aumentano anche i tamponi (+7%), mentre scende il tasso di positività (16%), -2,1% rispetto alla settimana precedente (18,1%).

Gli ospedali

A creare problemi agli ospedali non sono tanto i numeri dei pazienti Covid, quanto la questione dell’isolamento, come ha spiegato il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, confermando una “gestione complicata dei posti letto anche per garantire isolamento dei pazienti ‘Con Covid’, ma senza gravi sindromi respiratorie in altri reparti”.

Sia come sia, l’occupazione in area medica al  3 gennaio è al 10,1% (6.320 ricoverati), rispetto all’11,0% (6.834 ricoverati) del 27 dicembre. Nelle terapie intensive siamo al 2,8 % (246 ricoverati), rispetto al 3,2% (281 ricoverati).

L’influenza domina ma…

“Come prevedibile e in linea con gli altri Paesi, cresce ancora l’influenza, che si somma alla trasmissione di altri virus respiratori”, conclude Vaia rinnovando l’invito a mantenere i presidi di prevenzione e terapeutici per i più fragili. Insomma, l’inverno è ancora lungo, le scuole stanno per riaprire e c’è ancora tempo per vaccinarsi.

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