Influenza record in Italia, tra picco e tentazione antibiotici

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Nella settimana tra Natale e Capodanno l’influenza in Italia vanta numeri record: secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss) parliamo di un’incidenza “mai raggiunta nelle stagioni precedenti”.

In una settimana, tra pranzi, cene e tombolate – 25-31 dicembre – sono stati circa 1.027.000 i contagiati, per un totale di circa 6.719.000 dall’inizio della sorveglianza. Potrebbe essere vicino il famoso picco (la curva in effetti sembra inclinarsi), ma le scuole si riaprono a breve e il timore, piuttosto concreto, è quello di una nuova fiammata di casi.

Febbre, dolori alle ossa, cefalea, tosse, naso colante: è forte la tentazione del fai da te. Ma attenzione: contro l’influenza gli antibiotici non servono, ammoniscono gli specialisti. Meglio contattare il proprio medico. Ma vediamo cosa sta accadendo nel nostro Paese, a pochi giorni dal ritorno in classe.

Incidenza record (soprattutto nei bimbi)

Chi non conosce qualcuno che in questi giorni è stato bloccato dall’influenza? L’incidenza, dicono i medici sentinella, è pari al 17,5 casi per mille assistiti (17,7 nella settimana precedente, un dato aggiornato a seguito dei ritardi di notifica come precisa l’Iss). Ancora una volta cirocla un mix di virus respiratori, non solo quelli dell’influenza, sebbene la circolazione di questi ultimi sia in aumento.

Il dato cresce nei bambini al di sotto dei cinque anni: 48,7 casi per mille assistiti (47,5 nella settimana precedente), mentre è stabile negli adulti e anziani. In particolare, nella fascia di età 5-14 anni siamo a 19,21 casi, nella fascia 15-64 anni a 17,15 e tra gli over 65 anni a 10,28 casi per mille persone.

Un’Italia in rosso

Se si guarda la piantina dell’Italia, le Regioni sono quasi tutte in rosso o arancione: la soglia di intensità “molto alta” si segnala in Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, mentre Valle d’Aosta e Calabria non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet.

“L’incidenza delle sindromi simil influenzali si mantiene alta, spinta dai diversi virus circolanti in questo periodo”, ha commentato Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento Malattie Infettive dell’Iss.

Però in questi giorni il ‘panorama’ dei virus presenti in Italia è cambiato: l’analisi dei campioni positivi mostra infatti che l’influenza è ormai prevalente, “anche se rimane una quota rilevante di Sars-CoV-2 e di virus respiratorio sinciziale – ha precisato Palamara  che provoca bronchioliti soprattutto nei più piccoli. Sebbene sia impossibile prevedere esattamente quando si arriverà al picco dei casi, è ipotizzabile una circolazione sostenuta anche nelle prossime settimane, facilitata dalla riapertura delle scuole. Si raccomanda pertanto, oltre alle vaccinazioni per i soggetti per cui sono raccomandate, una sana prudenza nei comportamenti, da osservare soprattutto se si hanno sintomi respiratori e se si è in presenza di bambini molto piccoli, persone anziane o con fragilità”.

Occhio agli antibiotici

Palamara raccomanda inoltre “di non assumere antibiotici, inutili in caso di infezioni virali, se non su indicazione del proprio medico, e di recarsi al pronto soccorso solo se strettamente necessario”. La situazione dei pronto soccorso, infatti, come accade ogni anno (spiace dirlo), è piuttosto caotica. L’impressione è che l’influenza 2023-24 lascerà il segno.

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