Transumanesimo e cyborg, il futuro nei microchip

mano bionica
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Arti meccanici e impianti neuronali. Sembra uno scenario futuristico, ma assume concretezza nella dimensione tracciata dal Transumanesimo. Ne abbiamo parlato con Stefan Sorgner, metaumanista, docente di filosofia alla John Cabot University di Roma, che subito chiarisce il significato del termine: “Transumanesimo indica il processo di acquisizione di competenze per superare i nostri limiti”. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita, dice Sorgner, “e in questa accezione anche l’educazione è mutazione: fa parte di quei processi storicizzati che non percepiamo e per questo non temiamo, come invece accade per la mutazione genetica, la digitalizzazione”.

Di questi ultimi molti hanno paura, ma per altri sono semplicemente una sfida.  Il caso del progetto Mia Hand, la mano robotica collegata con un’interfaccia persona-macchina rappresenta chiaramente un punto di partenza. “Invitato nel 2018 dal ministro taiwanese dell’Innovazione a parlare in un convegno sulle smart city, ho dimostrato come queste richiedano ‘upgraded humans’, fatti con arti bionici, chip e sensor”. L’esperto porta degli esempi: “La Tufts University ha realizzato un microchip che si può mettere sugli incisivi e potrebbe analizzare tutto quello che mangi, dando informazioni sulla qualità del cibo e dire anche se comporta danni per la salute”.

Anche per gli arti meccanici ed il loro ottimale funzionamento è necessario trovare correlazione fra dati digitali e impulsi organici. “È l’aspetto più importante e di questo si occupa Neurolink di Elon Musk, altro noto transumanista. Quello che serve sono i dati, il modo in cui recuperiamo i dati da chi usa queste parti meccaniche, e come trasferiamo i dati da corpo a computer”.

Col concetto di medicina predittiva possiamo avere delle indicazioni che ci guidino a prevenire la malattia prima che si manifesti. “Lo facciamo già, quando prendiamo le pillole per la pressione, e possiamo spingerci oltre, se cominciamo a guardare alle ricerche sull’invecchiamento”. Il giovane creatore di Ethereum, Vitalik Buterin, “è transumanista e ha devoluto più di trecento milioni di dollari per la ricerca anti-aging”. Non a caso: rughe e capelli bianchi sono parte dell’invecchiamento, “ma la ricerca evidenzia che si tratta di disfunzioni nel nostro organismo che portano a conseguenze come cancro, Alzheimer e Parkinson, e possiamo trovare delle soluzioni prima ancora che si manifestino i problemi”.

Noi oggi siamo il frutto della selezione naturale, ma presto potremo agire attraverso la human selection grazie alla genetica, sfruttando tecnologia cyborg e digitalizzazione.

 

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