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Vaccini, la chiave dell’esitazione nel comportamento con cani e gatti

cani e bambini
Gilead

Volete sapere se una persona sarà più o meno incline a ricorrere alle vaccinazioni? Guardate cosa fa con il proprio amico a quattro zampe. In una logica di One Health, forse pensando alla protezione vaccinale bisognerebbe riflettere in termini di “One Hesitancy”. Perché pare proprio che chi tende a proteggere con i vaccini Fido o Fuffi, alla fine, tenderà ad utilizzare la medesima strategie per sé stesso e per i propri cari. Al contrario, chi non percepisce particolarmente utili le vaccinazioni per cani e gatti, sarà maggiormente portato a rinunciare alla protezione per sé stesso. 

E’ curiosa davvero l’analisi degli atteggiamenti e delle scelte degli umani che si interfacciano e si estrapolano nel rapporto con gli animali, così come appare pubblicata su ‘Vaccine’. Anche perché non si tratta esclusivamente di un’introspezione psicologica, quanto piuttosto di un vero e proprio rapporto costruito solo pochi mesi fa da Simon Haeder, della Texas A&M University, autore del sondaggio e della successiva analisi dei dati.

Per giungere alla conclusione di un unico “binario” psicologico sulle vaccinazioni che guida le scelte per umani ed animali, l’esperto ha analizzato le informazioni derivanti da oltre 2.000 proprietari di cani e poco meno di 1.500 “padroni” di gatti, con lo scopo di misurare i tassi di vaccinazione degli animali domestici in relazione alla percezione dei vaccini degli umani.

Il dato appare di grande importanza proprio in termini di “One Helath”, visto il rischio di adattamenti genetici alle diverse specie degli agenti patogeni. L’analisi psicologica dell’esperto parte da un dato, riportato in una nota dell’ateneo americano: “Molte persone considerano i loro animali domestici come parte della famiglia e l’aumento delle malattie prevenibili con i vaccini può anche influenzare la salute finanziaria ed emotiva dei proprietari”.

Oltre a domande specifiche sui vaccini per animali domestici, l’indagine ha chiesto agli intervistati il ​​loro livello di fiducia negli scienziati, il sostegno agli obblighi di vaccinazione umana per i bambini, l’ideologia politica, la religiosità, le spese non veterinarie e la frequenza di esposizione dei cani ad altri cani al di fuori della famiglia. Infine, l’indagine ha misurato la percezione della sicurezza, dell’efficacia e dell’importanza dei vaccini umani.

I risultati? Fanno riflettere. E impongono scelte strategiche in termini di comunicazione, anche considerando che per alcuni vaccini, come quello per la rabbia, si assiste ad una sorta di “plebiscito” vaccinale soprattutto per i cani, mentre per altri non risulta la stessa attenzione. Come a dire che i vaccini non considerati fondamentali (definiti nello studio Non Core) ma comunque fortemente raccomandati faticano ad affermarsi.

E possono comportare criticità nella loro applicazione. Non va sottovalutata, parlando di Hesitancy, anche la variabile costo: i proprietari di animali domestici che non avevano particolari spese di tipo veterinario, per evidenti motivi, hanno mostrato livelli più elevati di esitazione vaccinale. Infine, i comportamenti e le percezioni relative alla vaccinazione degli animali domestici sembrano essere meno associati all’ideologia politica che ai vaccini umani.

Detto questo, in termini di One Health, rimangono variabili di discrepanza che vanno analizzate in termini di percorsi per agevolare le scelte vaccinali, in particolare per quanto riguarda i vaccini raccomandati. Perché in generale dall’analisi dei risultati emerge una sostanziale fiducia nella sicurezza, efficacia e importanza del vaccino per gli esseri umani e gli animali domestici. Ma a fronte di questo, l’esitazione vaccinale è ancora presente. Specie se il vaccino non è praticamente “obbligato”, ma solo raccomandato.

Per questo, forse, in termini di comunicazione agire sul doppio fronte dell’igiene pubblica e della salute animale, con operatori sanitari umani e veterinari insieme per definire strategie che mettano al centro il valore delle vaccinazioni per umani ed animali, appare fondamentale. C’è una “doppia” esitazione da fronteggiare. E per il futuro, occorre farlo al meglio. 

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