Top 2% Scientists: tra nomi noti e gender gap gli scienziati più influenti

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L’inizio di un nuovo anno è tempo di bilanci. Così può essere utile dare una scorsa a liste come la Top 2% Most Influential Scientists, prestigioso riconoscimento che elenca il 2% degli studiosi più citati al mondo in 22 aree scientifiche e 174 sottocategorie, su circa 10 milioni di ricercatori esaminati. Ebbene da un’analisi realizzata dagli autori, pare che il gender gap nella scienza si stia (lentamente) colmando.

La lista

Lo studio, elaborato dall’Università di Stanford e pubblicato su “PLOS Biology”, fornisce due elenchi distinti: uno relativo all’intera carriera (periodo 1996-2022), l’altro che considera l’impatto della ricerca prodotta nell’ultimo anno (con riferimento alle citazioni ricevute durante il 2022). L’analisi ha consentito di individuare circa 210mila scienziati top: il 2% di oltre 10 milioni di ricercatori.

Ebbene, solo per fare qualche nome, gli scienziati dell’università di Roma Tor Vergata che si sono guadagnati un posto nella classifica 2023 della Stanford University sono 89 nella categoria autori anno 2022, e 86 nella categoria autore intera carriera. Fra di essi, troviamo ad esempio il genetista Giuseppe Novelli. 

Nel drappello dei 64 studiosi del Policlinico di Milano figurano il neonatologo Fabio Mosca e la professoressa Carla Colombo, mentre sono 8 i ricercatori dell’Irccs San Raffaele di Roma inseriti tra i più “influenti”: fra loro Paolo Maria Rossini, responsabile del Dipartimento Neuroscienze e Neuroriabilitazione e il collega Massimo Volpe, responsabile del Centro per la Diagnosi e cura dell’ipertensione arteriosa e delle complicanze cardiovascolari della struttura.

Nomi e genere

La novità di quest’anno riguarda le scienziate: un’analisi di 5,8 milioni di autori di tutte le discipline scientifiche mostra che il divario di genere si sta riducendo, ma c’è ancora molta strada da fare. La nuova ricerca di John Ioannidis del Meta-Research Innovation Center di Stanford (METRICs) presso l’Università di Stanford, è stata pubblicata a fine novembre. Si sottolinea come esista ancora un forte divario di genere nella scienza, che si manifesta in molti modi. Uno dei più importanti è la rappresentanza di uomini e donne tra gli scienziati il ​​cui lavoro riceve maggiore attenzione nella letteratura scientifica.

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno valutato l’intero database Scopus, con articoli che spaziano in tutti i campi della scienza. Il database comprendeva 5,8 milioni di autori a cui poteva essere assegnata con elevata certezza una identità di genere. Di questi, 3,8 milioni erano uomini e 2,0 milioni erano donne.

I ricercatori hanno scoperto che gli uomini erano 3,93 volte più numerosi delle donne tra gli autori che hanno iniziato a pubblicare prima del 1992, ma solo 1,36 volte di più tra gli scienziati che hanno iniziato a pubblicare dopo il 2011. Insomma, qualcosa si muove. Anche se lentamente.

“Il nostro lavoro – conclude Ioannidis – documenta una sostanziale riduzione nel tempo delle disuguaglianze tra uomini e donne ai vertici delle citazioni scientifiche, ma c’è spazio per ulteriori miglioramenti nella maggior parte dei campi scientifici”.

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