Emicrania, la rivoluzione degli anticorpi monoclonali

Barbanti emicrania
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Chi ne soffre lo sa bene: l‘emicrania toglie le forze e ruba intere giornate. Ma ora dalla ricerca arriva una nuova strategia che, messa alla prova da un team italiano, promette di rivoluzionare la terapia di questa patologia che colpisce il 12% degli adulti in tutto il mondo, circa 6 milioni di persone nel nostro Paese. Con, secondo le stime, costi diretti e indiretti che si aggirano intorno ai 4,6 miliardi di euro l’anno solo in Italia (indagine Bocconi).

“Un anno di trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP fa crollare la frequenza degli attacchi emicranici nella quasi totalità dei soggetti (91.3%)”. Parola di Piero Barbanti, che ha coordinato uno studio multicentrico cui hanno partecipato ben 16 centri sotto l’egida dall’Irccs San Raffaele di Roma. I risultati sono stati pubblicati sul ‘Journal of Neurology’.

“Il nostro studio – ha detto Barbanti, direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore del San Raffaele di Roma, docente dell’Università Telematica San Raffaele Roma, nonché responsabile del Registro Italiano dell’Emicrania – è rivoluzionario per 3 aspetti: dimostra che gli anticorpi monoclonali anti-CGRP rappresentano un punto del non ritorno nella cura di una malattia devastante quale l’emicrania, risultando efficaci praticamente in tutti i pazienti”.

“In secondo luogo documenta che definire non responsivo chi non migliori dopo 3 mesi di cura, come purtroppo attualmente previsto dalle norme dell’Agenzia italiana del farmaco, è un grave errore ed esclude dal beneficio il 30% dei pazienti. Infine – ha puntualizzato Barbanti – sottolinea come l’emicrania intrattabile o farmacoresistente sia una autentica rarità”.

Giova forse ricordare che l’emicrania ha una prevalenza tre volte maggiore nelle donne: possiamo definirla una malattia di genere, ma anche la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Stando allo specialista, le terapie anti-CGRP sono destinate a migliorare drasticamente la vita del paziente emicranico. E questa è una buona notizia. “Ma è urgente – ha concluso il neurologo – che l’Agenzia Italiana del Farmaco prenda atto ora di queste evidenze e riveda i criteri per la rimborsabilità degli anticorpi monoclonali, oltre che quelli relativi alla prescrivibilità”.

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