Linfomi, il virus Epstein-Bar e il suo mantello dell’invisibilità

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Parlare di tumori legati a virus non è semplicissimo. Anche perchè si sarebbe portati a pensare che queste neoplasie possano essere contagiose, cosa che non è affatto vera. Vero è, invece, che alcune infezioni virali possono favorire l’insorgere di tumori. È il caso del Papillomavirus umano e dei virus dell’epatite B e C. Ma anche di un patogeno della famiglia degli herpesvirus: il virus di Epstein-Barr. 

Proprio questo microrganismo è al centro di uno studio della Sapienza Università di Roma, che ha messo in luce il meccanismo sfruttato dal virus per mandare in tilt le difese dell’organismo. I risultati, pubblicati dal team romano su ‘Blood’ (che ha dedicato la copertina a questo studio), chiariscono la strategia del virus, che usa una sorta di ‘mantello dell’invisibilità’ per celare se stesso e le cellule tumorali. Una scoperta che apre la strada a un nuovo utilizzo dell’immunoterapia.

Il virus Epstein-Barr

Questo patogeno, causa della mononucleosi infettiva, è coinvolto nella genesi di alcuni tumori epiteliali e di alcuni tipi di linfoma. I ricercatori della Sapienza hanno scoperto che la proteina virale EBNA2, codificata dal virus di Epstein-Barr, riduce nelle cellule tumorali l’espressione della proteina ICOSL (segnatevi questo nome), cruciale sia per il riconoscimento della cellula tumorale da parte del sistema immunitario, sia per la generazione di anticorpi antivirali efficienti.

La scoperta

Come ha raccontato Eleni Anastasiadou del Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare della Sapienza, lo stesso team in ricerche precedenti aveva dimostrato come il virus ‘nel mirino’ utilizzasse la proteina virale EBNA2 per aumentare l’espressione di PD-L1 sulla superficie della cellula tumorale. “Tramite questo meccanismo, l’EBV impedisce il sistema immunitario di agire contro il tumore. Ora, questo nuovo studio – ha detto Anastasiadou – svela un ulteriore e fondamentale meccanismo che inganna il sistema immunitario e favorisce la proliferazione tumorale”.

Tumori difficili

“La prognosi dei pazienti con linfomi positivi per EBNA2 è molto sfavorevole e risalire alla causa dell’evasione immunitaria era importante. Insieme con l’anatomopatologo Carla Giordano, ci siamo chiesti se la grave immunosoppressione e le prognosi sfavorevoli potessero essere legate alla ridotta espressione di ICOSL – ha precisa Pankaj Trivedi del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’ateneo romano – Abbiamo avuto la conferma della nostra intuizione individuando nella proteina virale EBNA2 il principale regolatore negativo del ICOSL: è in questo modo che il virus, e insieme a lui la cellula tumorale, sfuggono dal controllo immunitario”.

Insomma, il virus e i linfomi si alleano. “Per la prima volta abbiamo chiarito nel campo di virologia come il virus di Epstein-Barr usi una delle sue proteine più importanti per compromettere la risposta immunitaria contro le cellule tumorali nelle quale si trova – ha detto Trivedi – Ora abbiamo uno strumento importante nelle nostre mani e la nostra speranza è che un giorno non lontano questa scoperta sarà applicata nella clinica per le terapie mediche”.

Il meccanismo di evasione immunitaria è stato messo in luce grazie all’analisi di oltre mille linfomi diffusi a grandi cellule. Questa scoperta, sperano i ricercatori, apre la strada a nuove opportunità terapeutiche: ripristinando l’espressione della proteina chiave sulla cellula tumorale, la si potrebbe infatti rendere di nuovo riconoscibile da parte del sistema immunitario. In pratica, togliendo in questo modo il ‘mantello dell’invisibilità’ che nasconde virus e linfoma.  

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