Farmaceutica sempre più tech, i profili Stem più ricercati

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Se nei laboratori si studiano terapie geniche, vaccini a mRna, sensori e terapie avanzate, anche i profili di chi lavora nella farmaceutica devono stare al passo.

“Accanto alle competenze classiche, come medici, biotecnologi e chimici, ormai ci contendiamo con le aziende IT data scientist, Scrum master, esperti di AI (intelligenza artificiale), attività regolatoria, Hta (Health technology assessment) e open innovation. Sono tutte competenze che cerchiamo sul mercato italiano”, sottolinea il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, a margine della presentazione dell’indagine Farmindustria-Prometeia 2023 sul Cdmo, la produzione farmaceutica ‘conto terzi’.

Lavori del futuro

Settori che assicurano “un lavoro ai ragazzi anche prima del termine del percorso di formazione. Ma in questo caso la sfida è doppia: la tecnologia corre – dice Cattani – e occorre anche una generazione di docenti in grado di assicurare questo tipo di formazione”. Perchè la ricerca sta rivoluzionando la realtà, anche quella industriale del pharma. E la formazione deve stare al passo.

Un tema caro ad Anna Maria Braca, presidente gruppo Cdmo di Farmindustria. “Gli addetti della produzione farmaceutica per conto – sottolinea Braca – sono  aumentati dell’11% nel biennio 2022-23, e le prospettive per il prossimo biennio sono quelle di un ulteriore +11%. Abbiamo attivato delle collaborazioni con gli atenei sui profili nella chimica, nell’ingegneria e nella tencologia farmaceutica, ma assicuriamo anche una formazione in azienda”.

Il mismatch

“Formazione e competenze sono due asset strategici per lo sviluppo e la crescita” del nostro Paese, ha ricordato Cattani in occasione della Settimana Italiana delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Stem). Solo così è possibile ridurre il mismatch tra esigenze delle imprese e profili professionali presenti. Un divario che nel solo 2022, secondo una stima Unioncamere, ha comportato un costo per il sistema Italia pari a 38 miliardi di euro, di cui circa 1,9 per il settore della salute.

“Nelle discipline Stem il caso dell’industria farmaceutica, dove il 90% degli addetti è diplomato o laureato, rappresenta senza dubbio un modello virtuoso. In Italia, infatti, le donne sono il 45% del totale, con una percentuale simile per i ruoli apicali (dirigenti e quadri). Con un aumento della loro presenza pari al 15% negli ultimi 5 anni. Nella R&S, fondamentale per arrivare a nuove opportunità di cura, sono il 53%”. E per Cattani “non è un caso che in Italia il 40% del fatturato deriva da aziende guidate da donne”.

Il numero uno di Farmindustria è convinto che occorra “fare di più per avvicinare giovani e donne alle discipline Stem attraverso una partnership tra scuola e mondo del lavoro che abbia a cuore il futuro professionale delle giovani generazioni. Non solo nella scelta delle facoltà universitarie, ma anche della scuola secondaria”. Con la Fondazione ITS per le Nuove Tecnologie della Vita di Roma Farmindustria ha inaugurato il primo Campus ITS in Italia: il “Campus Pharma Academy”, formando “oltre 200 studenti con un placement del 100%. Un impegno per costruire il futuro investendo sulle competenze, sui giovani e sulle donne”, conclude Cattani.

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