Parkinson, passi avanti per il pacemaker made in Italy

Parkinson
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Descritto per la prima volta da James Parkinson nel 1817, il morbo che prende il nome dallo scienziato britannico è la patologia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer. Al momento le terapie disponibili aiutano i pazienti a controllare i sintomi, ma si cerca una via per fare di più, anche attraverso approcci innovativi. È il caso del ‘pacemaker’ per il Parkinson al centro di un progetto di ricerca made in Italy che nei giorni scorsi ha portato a casa un nuovo finanziamento da ben 2 milioni di euro.

Il progetto

Si tratta di un sistema di stimolazione profonda del cervello capace di gestire le ‘fluttuazioni’ tipiche del Parkinson adattandosi automaticamente alle esigenze individuali di ciascun paziente. A studiare il dispositivo è Newronika, spinoff del Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano, finanziata dall’European Innovation Council per estendere la sperimentazione clinica di AlphaDBS, una tecnologia brevettata per la stimolazione cerebrale profonda per i pazienti con  malattia di Parkinson.

I sintomi tipici

La malattia di Parkinson è caratterizzata da rigidità muscolare, che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi e tremore durante lo stato di riposo, che può aumentare in caso di stato di ansia. Ma anche bradicinesia che provoca difficoltà a iniziare e terminare i movimenti. Altri sintomi possono essere depressione e lentezza nel parlare.

Come funziona

L’dea dei ricercatori parte dalla stimolazione cerebrale profonda, che prevede l’impianto di elettrodi all’interno del cervello, in modo indolore, connessi ad uno stimolatore elettrico posizionato sotto la pelle vicino alla clavicola. Si tratta di un trattamento approvato da tempo, sicuro ed efficace per i pazienti affetti dal Parkinson in stadio avanzato che non sono adeguatamente controllati con le cure farmacologiche. I dispositivi finora in commercio però non erano in grado di gestire completamente le fluttuazioni tipiche della malattia di Parkinson.

AlphaDBS registra segnali provenienti dalle strutture profonde del cervello mentre la stimolazione elettrica è accesa, ed è in grado di modificare la ‘miniscossa’ in base alle esigenze del paziente. In pratica, il device legge in tempo reale i segnali del cervello e fa partire la stimolazione elettrica solo quando ce n’è bisogno, come fa un pacemaker per il cuore. Il dispositivo è stato sperimentato negli ultimi anni su una cinquantina di pazienti della Neurochirurgia del Policlinico di Milano, dove è avvenuto anche il primo impianto sottopelle del device.

Lo studio clinico

Grazie al nuovo finanziamento, lo spinoff  potrà ora organizzare uno studio clinico più ampio, che coinvolga anche diversi centri internazionali, in modo da mettere a confronto l’efficacia della tecnologia AlphaDBS con le terapie convenzionali per la malattia di Parkinson.

“Il nuovo studio clinico – ha spiegato Sergio Barbieri, direttore del Dipartimento Area Neuroscienze e Salute mentale del Policlinico di Milano e board member di Newronika – sarà condotto in più centri europei ed americani con il Policlinico a fare da capofila per l’Italia. Verranno reclutati 70 pazienti mai trattati prima con la stimolazione cerebrale profonda, sui quali si andrà a valutare l’efficacia del trattamento di AlphaDBS rispetto alla stimolazione non adattativa”.

La ricerca di Newronika

Quello dell’European Innovation Council è un ulteriore riconoscimento delle potenzialità del dispositivo. Negli ultimi anni, infatti, Newronika ha incassato anche 4 milioni di euro come venture capital, un finanziamento di 8,4 milioni di euro e un’ulteriore sovvenzione di 2,5 milioni dallo stesso European Innovation Council per accelerare lo sviluppo della tecnologia che promette un approccio su misura per il morbo di Parkinson.

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