Sanità: prestazioni e nuove tariffe, ‘ritocchi’ in vista

Orazio Schillaci

Sarà ‘ritoccato’ il nuovo tariffario della specialistica ambulatoriale che dovrebbe entrare in vigore il 1 aprile, ma che ha suscitato la contrarietà della sanità privata convenzionata. E questo perché alcune tariffe non sarebbero sostenibili. Tanto che già si ipotizza un ulteriore rinvio a giugno o addirittura a fine anno. A intervenire sul tema è lo stesso ministro della Salute, Orazio Schillaci, parlando con la stampa a margine della sesta edizione “Inventing for Life Health Summit”, promossa da Msd Italia.

A creare problemi il fatto che, in alcuni casi, parliamo anche del 30% in meno rispetto ai vecchi ‘prezzi’. “Stiamo lavorando con le Regioni anche sul nuovo tariffario – ha detto Schillaci, ben consapevole della questione – che era fermo al 2017″. Si cerca “una soluzione condivisa” nell’interesse dei pazienti, aggiunge il ministro. Ma, certo, aprile è dietro l’angolo.

I problemi

Di che cifre parliamo? Le visite specialistiche, si legge sul ‘Sole 24 ore’, “passano dai 23 ai 18 euro mentre per risonanze, Tac e diagnostica per immagini il crollo è fino al 35%. Il rischio, se si applicassero queste tariffe – spiegano i privati che lavorano per il Ssn – è una drastica riduzione delle prestazioni e dunque l’esplosione delle liste d’attesa. Con la revisione delle tariffe potrebbero essere rinviate anche le nuove prestazioni a carico del Ssn come la procreazione assistita, nuovi test genetici e terapie oncologiche all’avanguardia attese dagli italiani da molto tempo”.

La risposta di Schillaci

Insomma, i tanto attesi nuovi Lea si trovano di fronte all’ostacolo tariffe. Ma per Schillaci non tutto il lavoro è da rifare: “Se pensate alla protesica, le prestazioni sono ferme al secolo scorso. Nel nuovo tariffario ci sono state molte innovazioni. C’è stato, ovviamente, un abbassamento del prezzo di alcune prestazioni, penso alla medicina del laboratorio o ad alcune prestazioni specialistiche di oculistica, questo lo sappiamo. Ma ci sono dei fondi, soprattutto dall’anno prossimo – ricorsa Schillaci – che possono essere utilizzati sia per introdurre le prestazioni, sia per aumentare il rimborso per alcune di queste, che sono state limate o comunque ridotte rispetto alle precedenti. Siamo al tavolo con tutti i rappresentanti, anche e soprattutto della medicina del laboratorio, per trovare delle soluzioni condivise, sempre nel primario interesse dei pazienti”.

Quindi le tariffe si rimoduleranno? “Abbiamo la possibilità di avere 50 milioni di euro per il prossimo anno. Stiamo cercando una soluzione condivisa perchè da un lato non vogliamo penalizzare nessuno, dall’altro un tariffario così vecchio non è al passo con i tempi, per una medicina che vanta innovazioni continue”, ha concluso.

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